Invasioni a Palermo. L’Accademia di Belle Arti alla conquista di diciannove spazi cittadini: una mostra diffusa, per settantacinque studenti con la voglia di sfondare
Un’invasione, letteralmente. L’Accademia di Belle Arti di Palermo sceglie un nome semplice e breve, che in nove lettere dia il senso e l’immagine di un’operazione pervasiva: conquistare la città, farla propria, metterla in dialogo con la creatività di studenti che si affacciano al mondo dell’arte, in certi casi per la prima volta, in altri con […]
Un’invasione, letteralmente. L’Accademia di Belle Arti di Palermo sceglie un nome semplice e breve, che in nove lettere dia il senso e l’immagine di un’operazione pervasiva: conquistare la città, farla propria, metterla in dialogo con la creatività di studenti che si affacciano al mondo dell’arte, in certi casi per la prima volta, in altri con un po’ di background alle spalle. Invasioni si chiama il progetto, che conclude l’anno accademico in corso e che coinvolge 75 allievi, selezionati dai docenti delle singole discipline: le loro opere troveranno posto presso dieci spazi pubblici e nove spazi privati palermitani, dalla Gam al Museo Riso, dal Conservatorio “Vincenzo Bellini” a Palazzo Mirto, dai Cantieri Culturali alla Zisa ad alcune filiali di Unicredit, dal design store Spazio DEEP al coworking space NEU, dalla Rinascente al Bar Libreria Garibaldi. Un modo per celebrare un’Istituzione antica, che negli anni ha formato generazioni di artisti, designer, grafici, scenografi e in qualche caso anche di critici; ma soprattutto un modo per creare un canale tra il mondo della formazione artistica e il pubblico generico o di settore.
Poche le occasioni in Sicilia per dar voce ai talenti emergenti: scomparso anni fa il Genio di Palermo, manifestazione fortunata che molto lasciò alla città e ai giovanissimi, nessuna grande realtà ha preso il suo posto; né concorsi, né festival, né rassegne annuali sono riusciti a radicarsi sul territorio con una specifica mission di scouting e di valorizzazione delle energie più fresche e irruente. Dalla scena critica a quella creativa, continuano a mancare sufficienti opportunità, canali, strumenti, ma anche incisività e slancio. Un problema italiano, senza dubbio, ma che al Sud si fa spinoso, forse solo particolarmente evidente. L’immaturità plateale del sistema – dal punto di vista del mercato, del collezionismo, delle istituzioni, della politica – esaspera e mortifica, di più.
Che l’Accademia provi a farsi motore di qualche exploit positivo, fornendo stimoli sul campo e parametri professionali ai giovani, non è poca cosa. Nel quasi deserto che c’è, benvenuti siano i debuttanti invasori. Tra loro, di certo, c’è già qualche artista di domani. E dunque, che scouting sia.
– Helga Marsala
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