Invernomuto tra arte e scienza. Il duo emiliano vince la prima edizione del MERU Award. Opera ispirata al multiverso e alle pratiche taumaturgiche di Emma Kunz, in mostra alla GAMeC di Bergamo
A partecipare c’erano Invernomuto, Luca Trevisani, Anna Franceschini, Diego Marcon e Nick Laessing, tutti sponsorizzati e scelti da curatori, musei e/o riviste nazionali. Un quintetto che ha identificato la prima edizione del MERU Art*Science Award, concorso su chiamata diretta indetto dalla Fondazione Medolago-Ruggeri e dalla GaMEC di Bergamo, per l’occasione trovatesi a lavorare in sinergia su quel terreno di […]
A partecipare c’erano Invernomuto, Luca Trevisani, Anna Franceschini, Diego Marcon e Nick Laessing, tutti sponsorizzati e scelti da curatori, musei e/o riviste nazionali. Un quintetto che ha identificato la prima edizione del MERU Art*Science Award, concorso su chiamata diretta indetto dalla Fondazione Medolago-Ruggeri e dalla GaMEC di Bergamo, per l’occasione trovatesi a lavorare in sinergia su quel terreno di contaminazione tra arte e contemporanea e scienza, spesso indagato con brillanti risultati.
Nelle scorse ore è stato annunciato il nome del vincitore, il cui progetto inedito ha convinto la giuria: si tratta del duo Invernomuto, ovvero Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, premiati per Aion A. Un lavoro distintosi per “la particolare pertinenza con il tema del Premio, che si esplica nell’indagine intorno alla complessità scientifica e artistica del multiverso, a partire dalle ricerche di Brian Greene e alla ricerca liminale tra arte e scienza condotta da Emma Kunz“.
Riferimenti colti e complessi, che insistono proprio su questa linea d’intersezione e di contatto, per un’opera video monocanale conepita lungo un doppio tracciato di ricerca: da un lato la figura di Emma Kunz, artista, ricercatrice e visonaria, vissuta in Germania tra il 1892 e il 1963, a cui si deve la scoperta della pietra curativa Aion A e lo sviluppo di una pratica di guarigione basata sui flussi energetici e le forze spirituali, attività testimoniata anche dai suoi caiedoscopici disegni geometrici su carta millimetrata; sull’altro fronte, il progetto riprende gli stimolanti studi sul multiverso, ipotetico insieme di universi coesistenti e paralleli, esterni alla nostra dimensione spaziotemporale.
L’opera, connettendo presente e passato, approccio estetico, spistemologico e antropologico, prova a esplorare orizzonti nascosti e strati invisibili del reale, grazie a una combinazione tra piani sequenza girati all’interno della Emma Kunz Grotto e la voce narrante di un noto studioso della teoria del multiverso.
AION A sarà in mostra alla GAMeC dal 4 ottobre al 24 novembre 2013, in occasione della prossima edizione di BergamoScienza, per poi entrare a far parte della collezione del Museo bergamasco.
– Helga Marsala
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