Novità a Milano: la Gloria Maria Gallery più che lasciare raddoppia! Una performance di Lorenzo Senni chiude lo spazio in via Watt, un intervento di Thomas De Falco inaugura in autunno la collaborazione con il brand Les Copains
Si chiude una porta – o meglio: si cala una saracinesca – e si apre un portone. Atmosfera dolceamara in quel di via Watt, ultima propaggine meridionale di Milano, periferia sospesa tra Famagosta e i Navigli: dopo quattro anni di attività cala il sipario sullo spazio occupato dalla Gloria Maria Gallery. Senza tema di smentita […]
Si chiude una porta – o meglio: si cala una saracinesca – e si apre un portone. Atmosfera dolceamara in quel di via Watt, ultima propaggine meridionale di Milano, periferia sospesa tra Famagosta e i Navigli: dopo quattro anni di attività cala il sipario sullo spazio occupato dalla Gloria Maria Gallery. Senza tema di smentita la piattaforma milanese che più e meglio fa nel campo della net art internazionale (andiamo a memoria: Miltos Manetas, Rafaël Rozendaal e via dicendo); per forza di cose, allora, un punto di riferimento a livello nazionale per sondare il complesso e articolato movimento dell’arte che scorre sulla rete. Al concetto del white cube ha anteposto quello della concrete box, prendendo possesso di quello che è stato un vecchio garage: teatro, in occasione del closing party, della performance stile Kraftwerk di Lorenzo Senni, fresco della sonorizzazione dell’opera di Yuri Ancarani al Palazzo Enciclopedico. L’amarezza sta nell’addio ad un luogo energico e frizzante, la dolcezza arriva dalle prospettive per un futuro più che prossimo. Chiude lo spazio, non cessa l’attività insomma: anzi. La natura web-oriented della galleria non vive della necessità di un luogo fisico monolitico e inamovibile, i costi di gestione di una vetrina commerciale possono quindi essere girati alla voce sostegno agli artisti e produzione dei loro lavori. Gloria Maria Gallery riparte da un portale firmato da Paul Flannery e da una prossima performance virtuale griffata LJ Williams, compiendo quel passo definitivo – e concettualmente ineccepibile – verso la completa e totale migrazione in ambiente web; ma per questo non rinuncia a un luogo reale per incontri e appuntamenti “analogici”. Misura circa 140 metri quadrati lo spazio in via Manzoni messo a disposizione a Gloria Maria Cappelletti e Fabrizio Meris da Les Copains, che dopo il recente sodalizio con Mazzotta Art Selection ed Omar Galliani spinge sull’acceleratore e si avvicina sempre più al contemporaneo. Si arriva dunque alla definizione di identità nette, precise, delineate: da un lato una galleria sempre più radicale nella propria politica, dall’altro la gestione di uno spazio ibrido, palestra per sperimentazioni che toccano altri ambiti. Uno switch che si misurerà, il prossimo autunno, con una nuova performance tessile di Thomas De Falco, primo passo di una programmazione annuale che si annuncia decisamente intrigante.
Sei stato invitato ad una festa d’addio: e già ti aspettavi musi lunghi, ritornelli sulla crisi, piagnucolii attorno al dove andremo a finire. Scopri alla fine che si trattava di un battesimo: meglio così.
– Francesco Sala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati