Questa piazza non è un parcheggio! Progetti sostenibili a Ferrara, per trasformare il fu Teatro Verdi in un nuovo spazio per la cultura. Si parte a ottobre, grazie al crowd-funding e a un concorso che seleziona giovani artisti
La prima pietra l’hanno posata nel Cinquecento. Poi è stato rivisto e corretto, abbattuto e sventrato, ricostruito e aggiornato. Fino alla chiusura definitiva, avvenuta come per molti spazi di tradizione a inizio Anni Ottanta, ai tempi dell’aggiornamento delle severe ma necessarie normative sulla sicurezza nei luoghi pubblici. Il Teatro Verdi di Ferrara è così stato […]
La prima pietra l’hanno posata nel Cinquecento. Poi è stato rivisto e corretto, abbattuto e sventrato, ricostruito e aggiornato. Fino alla chiusura definitiva, avvenuta come per molti spazi di tradizione a inizio Anni Ottanta, ai tempi dell’aggiornamento delle severe ma necessarie normative sulla sicurezza nei luoghi pubblici. Il Teatro Verdi di Ferrara è così stato risucchiato – a dire il vero in ottima compagnia – in quel buco nero che s’è mangiato uno dopo l’altro decine di realtà culturali, fiammelle di memoria locale e possibili motori per lo sviluppo di nuove forme di socialità. Che fare per rianimarlo? Mettere sul piatto tra gli otto e i dieci milioni di euro, così da restituirlo alle sue originali funzioni di teatro d’opera. Tolta la difficoltà di raggranellare cifre di questo tipo, avrebbe davvero senso farlo? Ha bisogno Ferrara di un ulteriore salotto buono che faccia da contraltare al Comunale, paludatissimo nella sua ineccepibile stagione di classica e prosa? È all’insegna del think different l’idea lanciata da Città della Cultura / Cultura della Città, piattaforma nata da un collettivo di giovani architetti locali da tempo all’opera su progetti trasversali di (ri)animazione culturale e pianificazione sostenibile del futuro. Primo step: immaginare un domani utile, sensato, fattibile per il Verdi, che nelle intenzioni si trasforma in un moderno urban center dove accogliere indifferentemente mostre e convegni, performance e spettacoli. Una struttura flessibile e dinamica, dalla spiccata agilità gestionale. Secondo step: dimostrare con una brillante una tantum che “si può fare”. Perché sarai anche un bravo oratore, ma un conto è convincere la città (e chi ci può mettere il grano) della validità delle tue idee, altro paio di maniche e farci sbattere il muso contro: portarli per mano dentro una struttura che vive, anche se per pochi giorni. Trasformare il sogno in realtà, benché solo per un attimo. Creando però un precedente che sia incancellabile e inneschi la miccia di un cambiamento reale.
Il miracolo comincia sulla rete, con l’operazione di crowd-funding che raccoglie pronti via 12mila euro, contributo fondamentale a garantire l’apertura del Verdi in occasione di Smart Land, week-end di eventi vari fissato per il prossimo mese di ottobre, sostenuto dall’ANCI e dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Musica e danze, performance e talk (tra gli ospiti già accreditati Salvatore Settis): cartellone ricco dentro e fuori il teatro, programma a cui partecipare rispondendo al contest Questa Piazza non è un parcheggio, che seleziona sei artisti under 36 per altrettanti interventi da immaginare nei giorni della rassegna.
L’esperimento, in quel di Ferrara, ha già funzionato lo scorso anno con la riattivazione – complice tra gli altri Philippe Daverio – del Mercato Coperto in via Boccanale Santo Stefano, riconsegnata alla città in veste di spazio espositivo. Iniziativa tutt’altro che estemporanea, se è vero che l’area ha riaperto le proprie porte nello scorso mese di marzo per Heritage Market, meeting dedicato a confronti tra buone pratiche nel segno dell’urbanistica di qualità.
– Francesco Sala
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