Lo scalatore e l’architetto, in mezzo alle Alpi. Ecco il museo montano di Reinhold Messner e Zaha Hadid, il sesto di una serie di spazi progettati per le vette altoatesine
Sarà una delle sue mirabolanti architetture museali, tanto seducenti quanto esposte, qui e là, alle critiche degli addetti ai lavori (della serie: il contenuto fagocita il contenitore, non è adatto a valorizzare le opere, la vera opera è il museo, e così via). L’acclamatissima Zaha Hadid, sempre al centro del dibattito critico, personalità forte e […]
Sarà una delle sue mirabolanti architetture museali, tanto seducenti quanto esposte, qui e là, alle critiche degli addetti ai lavori (della serie: il contenuto fagocita il contenitore, non è adatto a valorizzare le opere, la vera opera è il museo, e così via). L’acclamatissima Zaha Hadid, sempre al centro del dibattito critico, personalità forte e genialità indiscussa, continua tra lodi e scetticismi a mettere in curriculum commissioni da urlo. Tra le ultime quella relativa all’ambizioso progetto di Reinhold Messner, l’alpinista-esploratore che da solo è diventato, con la sua vita avventurosa, una specie di monumento vivente alla montagna. E che alla montagna ha deciso di dedicare, qualche anno fa, il Messner Mountain Museum, museo diffuso articolato in sei stazioni, che arricchisce il territorio altoatesino con l’ormai cavalcatissimo connubbio arte-paesaggio montano. Tra le Alpi e lungo le alture dolomitiche, il percorso va ad affiancarsi infatti ad esperienze forti come quella di Dolomiti Contemporanee o della Triennale Ladina, esperimenti differenti ma sempre nati sotto il segno della sacralità, dei codici, dei rituali, dell’estetica propri della vita sulle vette, a ridosso del confine.
Cinque dei sei musei, fortemente integrati ai contesti paesaggistici, sono già stati realizzati: da quello custodito tra le antiche mura di Castel Firmiano, rese accessibili da una struttura moderna in vetro e acciaio, a quello costruito a Solda, a 1900 metri di quota, dedicato al tema del ghiaccio; dal quello di Castel Juval, in val Venosta, in cui sono raccolti dipinti di montagne sacre, collezione di cimeli tibetani, maschere antiche ed equipaggiamenti delle spedizioni di Messner, allo spazio MMM Ripa, presso il Castello di Brunico, un omaggio ai popoli montani di Asia, Africa, America del Sud, Europa, arrivando allo spettacolare “Dolomites”, sul Monte Rite, tra Pieve di Cadore e Cortina d’Ampezzo, allestito in un forte della Grande Guerra e dedicato all’elemento ‘roccia’.
L’ultimo sorgerà entro l’estate 2014 sulla montagna di Plan de Corones, tra la Media Val Pusteria e la Val di Marebbe, nei pressi delle località San Vigilio, Brunico e Valdaora. A progettarlo, per l’appunto, è l’artistar irachena Zaha Hadid. Perfetta, con le sue avveniristiche soluzioni, per un’impresa così singolare: il museo sarà infatti quasi interamente sotterraneo, sorta di ventre artificiale della montagna, a cui accedere con l’adrenalina dell’esploratore.
Previsti circa 1.000 metri quadri espositivi, con 4.000 metri cubi di scavo e solo una piccola parte rivolta all’esterno; forme fluide, ad accompagnare i rilievi e le curve montuose, quasi vestendo con dolcezza la complessità orografica, e grandi aperture a vetri rivolte verso le vette alpine dell’Ortles, lungo la Valle della Zillertal, fino alle Dolomiti. Un progetto monumentale, che dovrà procedere nel segno di una rigorosa sostenibilità ambientale. Innesti tra natura e architettura, tra conservazione del paesaggio e avanguardia estetico-tecnologica.
– Helga Marsala
www.messner-mountain-museum.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati