Sei finalisti per il RIBA Stirling Prize, dedicato a James Stirling. Grandi architetti si contendono il premio per la migliore realizzazione in terra britannica. Non i soliti noti, però: tanti studi nuovi e la metà guidati da donne
Nato nel lontano 1996, come eredità del “Building of the year Award” , il RIBA Stirling Prize – prestigioso riconoscimento dedicato all’architetto inglese James Stirling, scomparso nel 1992 e assegnato ogni anno ad una realizzazione britannica, si appresta ad annunciare i sei finalisti della sua 18° edizione, che saranno premiati con un grande evento il […]
Nato nel lontano 1996, come eredità del “Building of the year Award” , il RIBA Stirling Prize – prestigioso riconoscimento dedicato all’architetto inglese James Stirling, scomparso nel 1992 e assegnato ogni anno ad una realizzazione britannica, si appresta ad annunciare i sei finalisti della sua 18° edizione, che saranno premiati con un grande evento il 26 settembre presso la Central St. Martin di Londra.
Per stessa ammissione della giuria (composta da Sheila O’Donnell di O’Donnell + Tuomey, Paul Williams di Stanton Williams, entrambi vincitori del RIBA Stirling Prize 2012, Stephen Hodder, architetto e nuovo presidente RIBA, Dame Vivien Duffield, filantropo e capo delle Clore Duffield Foundation, Tom Dykchoff, giornalista and broadcaster) quest’anno la maggior parte degli studi arrivati in short list partecipa per la prima volta, con una buona metà guidata da donne. Già un ottimo risultato.
Perché, va ricordato, il RIBA Stirling Prize tutto è fuorché un mero concorso di bellezza: quello che si cerca qui è il massimo del talento inglese unito a buon disegno, ottima esecuzione, scelta dei materiali, definizione del dettaglio e fruizione adeguata per le diverse esigenze degli utenti. Il favorito di quest’anno è Niall Mclaughlin, con la sua Bishop Edward King Chapel a Cuddesdon, nell’Oxforshire, raffinatissimo esempio di architettura sacra contemporanea. Una pianta ellittica, uno scrigno-gioiello in cui luce, materia e spazio si fondono, nelle pietre calcaree intagliate a mano, o nelle esili colonne in legno sbiancato che si incrociano sulla copertura fino a formare un disegno insieme strutturale e ornamentale, da cui piove luce. Trascendentale nella sua essenzialità monocroma e senza orpelli.
Ma a giocarsela fino in fondo, per aggiudicarsi il premio (che è anche economico), ci sono: le originali case a schiera tutte nere battezzate Newhall Be di Allison Brooks (già vincitrice nel 2008), il complesso Park Hill di Hawkins\Brown con Studio Egret West, che da brutalista si tinge di colore, i due corpi perdegli students accomodation alla Limerick University dei Grafton Architects (scelti anche per l’ottimo risultato compositivo ottenuto in relazione al bassissimo budget a disposizione, appena 1220 euro/mq), il Giant’s Causeway Visitor Centre di Heneghan Peng Architects, nell’Irlanda del Nord, costituito da un’alternarsi ritmicamente serrato di fasce in pietra nera e vetro, per un esperimento più simile alla Land Art che all’architettura. E infine il restauro dello storico Astley Castle, a cura dei Witherford Watson Mann Architects, reso ora modernissimo dall’inserimento di una scatola vetrata e interamente convertito in appartamenti da affittare per le vacanze. Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato: appuntamento al prossimo 26 settembre per la cerimonia di premiazione, al Central St Martins di Londra.
– Giulia Mura
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