Una festa del cinema nel Salento. Sguardi sul reale, miscelando musica, sogni e immagini di città contemporanee. Decima edizione, nei dintorni di Lecce
A loro piace definirla una “festa di sguardi”, più che un festival in senso stretto. Non la classica kermesse fatta di proiezioni a tema e talk, magari pure un poco barbosa, ma un vero e proprio evento che unisce cultura dell’immagine in movimento, intrattenimento e contaminazioni tra linguaggi: la “Festa di Cinema del reale”, che con […]
A loro piace definirla una “festa di sguardi”, più che un festival in senso stretto. Non la classica kermesse fatta di proiezioni a tema e talk, magari pure un poco barbosa, ma un vero e proprio evento che unisce cultura dell’immagine in movimento, intrattenimento e contaminazioni tra linguaggi: la “Festa di Cinema del reale”, che con la sua decima edizione organizzata da Big Sur torna a Specchia in provincia di Lecce tra il 24 e il 27 luglio, progetta quattro giorni creativi, esplosivi, energici ed eclettici, in cui l’arte del documentario si mette in dialogo con la musica, la fotografia, la scrittura, il cibo, l’arte. Così, il suggestivo Borgo Cardigliano, con tanto di sala en plein air allestita nella corte del Castello Risolo, si trasforma in una Cittadella del cinema, edificata intorno al concetto di “realismo” e di documentazione, ma con incursioni nel mondo del videoclip, dell’animazione, delle arti visive.
Tanti gli ospiti e gli autori coinvolti, una sfilata di attori, registi, musicisti, critici – da Matteo Garrone a Enrico Ghezzi, da Vinicio Capossela a Michele Riondino da Daniele Vicari a Carolina Bubbico – e nessun ticket d’ingresso, per un cinema “cinema ambulante, senza botteghino e senza effetti speciali”. Un cinema che, nonostante le difficoltà finanziarie – male comune, spesso, delle realtà migliori e più locali – ha continuato a scommettere sull’inventiva e sulla forza di uno sguardo autentico sul reale: visioni che attraversano “periferie, fabbriche, deserti, mari, isole, metropoli, fiumi, terremoti, televisioni”, provando a restituire la sostanza di fatti, cose, persone, luoghi attraverso cui esplorare il presente. Con un occhio che registri e insieme legga, per poi imbastire il racconto a partire da una prospettiva propria.
Il cinema si fa dunque occasione di incontro, di dibattito caldo, di riflessione sul dato e sul momento, di memoria e di analisi del presente, addentrandosi tra luci e ombre, chiari e scuri, memorie ed amnesie del nostro tempo e di quello appena trascorso.
Tre, come sempre, le parole chiave: sogni, musiche e città. “I sogni perché – spiega il direttore artistico Paolo Pisanelli – nel difficile momento storico in cui viviamo, ci permettono di evadere, volare alto ed approdare a mondi altri. Le musiche perché battono il tempo delle nostre vite e ci emozionano, sono fatte della stessa materia di cui sono fatti i sogni, possono essere leggere ma allo stesso tempo farsi portavoci di istanze, dissensi e desideri di interi popoli. E le città, non solo quelle invisibili e ideali, perché ci riportano coi piedi per terra, evocano scenari di concretezza e la necessità dei propri abitanti – da Taranto a Venezia, da Roma a Bologna,da Atene a Istanbul – di “riprenderle”, di riconquistarne la dimensione umana e politica”.
– Helga Marsala
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