Cinque fotografi latinoamericani selezionati per il premio IILA. Variazioni sull’idea di “assenza”, con José Arispe vincitore assoluto. Appuntamento al Festival Internazionale della Fotografia di Roma

Cinquecento progetti giunti da tutta l’America Latina: esattamente il doppio rispetto alle adesioni pervenute l’anno scorso per il  “Premio IILA-Fotografia”. Un successo progressivo, per un evento che mira a scoprire, sostenere, promuovere i migliori talenti emergenti di quest’area geografica. Tutti chiamati a declinare il concetto di “assenza” – in un mirato parallelo con il prossimo […]

Cinquecento progetti giunti da tutta l’America Latina: esattamente il doppio rispetto alle adesioni pervenute l’anno scorso per il  “Premio IILA-Fotografia”. Un successo progressivo, per un evento che mira a scoprire, sostenere, promuovere i migliori talenti emergenti di quest’area geografica. Tutti chiamati a declinare il concetto di “assenza” – in un mirato parallelo con il prossimo Festival Internazionale della fotografia di Roma, dedicato al tema “Vacatio” – gli artisti hanno ragionato sulla condizione di vuoto, oppure di sospensione, di leggerezza, di transizione. Partendo talora da una prospettiva intima, talaltra muovendo da disamine di tipo sociale.
La giuria, presieduta da Sylvia Irrazábal (Segretario Culturale IILA) e Marco Delogu (Direttore Artistico di “Fotografia – Festival Internazionale di Roma”) e composta daMassimo Ciampa (Presidente di Officine International), Teresa Emanuele (fotografa), Rosetta Messori (fotografa) e Valentina Tanni (curatrice), ha selezionato quattro lavori finalisti e un vincitore assoluto. Il  boliviano José Arispe convince con il con il progetto Despegar (“Prendere il volo”) e si assicura lo scettro: tracce circolari come segni di una memoria corporea, lasciati sul nero del pavimento dai piedi di un danzatore; la figura è svanita, l’azione coreografica lasciata all’immaginazione, l’unica immagine possibile è quella che non c’è, potenziale, effimera, astratta, dissoltasi in un volo poetico. Menzione d’Onore al cileno Francisco Donoso per il suo Inmemorial, scatti enigmatici e romantici, dedicati a frammenti apparentemente inessenziali, per raccontare un Cile che scompare, nel tempo traumatico e veloce della modernizzazione.

Francisco Donoso, “Inmemorial”, 2011-2013

Francisco Donoso, “Inmemorial”, 2011-2013

Ancora selezionati Jonathan Carvajal, dalla Colombia, che con Gone Forever Projects scruta le tracce della presenza umana e animale nell’ambiente, misurandosi con la sfida di immortalare l’assenza, e il messicano Patrick López Jaimes, il cui ciclo Espacios suspendidos si sofferma su quegli edifici incompiuti, rimasti del limbo dell’abbandono, del degrado, della dimenticanza, che a loro modo raccontano la crisi economica, il deficit politico e il sentimento di fallimento delle città contemporanee. Infine Lorena Endara, da Panama, con la serie Muelle (Molo), che affida tutto al potere della fantasia, fotografando lo spazio intorno a uno stesso soggetto, attraverso diversi momenti temporali: saranno l’occhio e la mente a riempire di storie, figure, scritture, i luoghi descritti dal vuoto e dall’attesa.
I cinque artisti esporranno in ottobre al Macro di Roma, nell’ambito del Festival curato da Marco Delogu.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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