È morto in Grecia Paolo Rosa, da trent’anni anima di Studio Azzurro. L’Italia perde un pioniere nell’interattività e nel multimediale applicati alla creatività
La presenza alla Biennale di Venezia in corso, nel padiglione che segna il debutto della Santa Sede, è solo l’ultimo – forse mediaticamente uno dei più forti – dei prestigiosi successi di una carriera che ha varcato la soglia dei trent’anni. E purtroppo rimarrà l’ultimo, anche in senso assoluto: perché Paolo Rosa – uno dei […]
La presenza alla Biennale di Venezia in corso, nel padiglione che segna il debutto della Santa Sede, è solo l’ultimo – forse mediaticamente uno dei più forti – dei prestigiosi successi di una carriera che ha varcato la soglia dei trent’anni. E purtroppo rimarrà l’ultimo, anche in senso assoluto: perché Paolo Rosa – uno dei fondatori di Studio Azzurro, di cui incarnava l’anima “arte visiva e cinema” – è scomparso oggi in seguito a un infarto che lo ha colto a Corfù, dove si trovava in vacanza, all’età di 64 anni. In realtà la sua carriera è più lunga: ma i trent’anni si riferiscono proprio all’attività di Studio Azzurro, la “bottega d’arte contemporanea” – come lui stesso lo definiva – fondata nel 1982 insieme a Fabio Cirifino e Leonardo Sangiorgi. Nato a Rimini nel 1949, dopo gli studi all’Accademia di Brera aveva partecipato a diverse esposizioni internazionali come il Festival dei Due Mondi di Spoleto e la Quadriennale di Roma nel 1974 e la Biennale di Venezia nel 1976. Si era interessato fin da subito anche di cinema, realizzando il film Facce di festa presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1980.
Poi il decisivo lancio di Studio Azzurro, pioniere in Italia nella videoarte e nelle videoambientazioni interattive, ed in spettacoli teatrali come La camera astratta, commissionata da Documenta 8 di Kassel. Da quel momento il gruppo, e Rosa in particolare, diventano riferimento imprescindibile per quel che attiene all’interattività e al multimediale: memorabile nel 1984 Il nuotatore, installazione con ventiquattro monitor, tredici programmi video e musiche originali di Peter Gordon, esposta a Palazzo Fortuny a Venezia. Non è questa la sede per un ricordo esaustivo, ma basta ricordare Megalopolis, per la Biennale di Architettura di Venezia del 2000, Sensitive City commissionata dall’EXPO 2010 di Shangai, il ruolo di Rosa come progettista e direttore artistico della mostra Fare gli Italiani – 150 anni di storia italiana in occasione delle celebrazioni dell’Unità d’Italia nel 2011, l’installazione video in occasione dell’inaugurazione della Galleria d’Italia a Milano. Preside del Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate dell’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, è autore, assieme ad Andrea Balzola, del libro L’arte fuori di sé. Un manifesto per l’età post-tecnologica (Feltrinelli editore, Milano 2011).
“Siamo tutti stratificati nella nostra gloriosa storia”, aveva dichiarato in una recente intervista al Sole 24ore: “la portiamo nel nostro DNA ma negli ultimi anni è stata molto svilita. Dobbiamo ritrovare questo filo conduttore perché sarà, probabilmente, la nostra salvezza. È l’unico punto da cui possiamo chiamare una certa capacità di emergere rispetto al mondo e valorizzare la nostra unicità”.
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