Musica d’autore e poesia nei piccoli borghi dell’Appennino tosco-emiliano. Da Nino Pedretti ad Antonella Anedda, momenti di contemplazione tra storia e natura

“Il mondo è delicato / l mondo è una pallina che s’increpa / teniamolo leggero / teniamolo sulla punta delle dita”: i versi di Nino Pedretti riassumono l’idea di cura che sta alla base della rassegna di poesia e musica L’importanza di essere piccoli, che abiterà alcuni minuscoli borghi dell’Appennino tosco-emiliano dal 4 al 9 […]

Il mondo è delicato / l mondo è una pallina che s’increpa / teniamolo leggero / teniamolo sulla punta delle dita”: i versi di Nino Pedretti riassumono l’idea di cura che sta alla base della rassegna di poesia e musica L’importanza di essere piccoli, che abiterà alcuni minuscoli borghi dell’Appennino tosco-emiliano dal 4 al 9 agosto. È una rassegna che attraversa diversi luoghi, spesso abbandonati, delle province montane: borghi e paesi dimenticati, in cui ancora è possibile assaporare un’atmosfera di partecipazione e di condivisione. Umberto Maria Giardini, Colapesce, Cesare Basile, Giangrande, Pino MarinoAntonella Anedda, Milo De Angelis, Stefano Dal Bianco, Anna Maria Carpi, Ida Travi sono  alcuni degli ospiti che abiteranno e custodiranno con la loro poesia e la loro musica il medievale borgo de La Scola, con le sue costruzioni in arenaria, il Poranceto, bosco di castagni secolari, Molino del Pallone, Suzzano, Massovrana di Badi e Capugnano. Il senso “medicamentoso” di questo progetto potrebbe forse essere esattamente sintetizzato da una celebre poesia di una delle ospiti di questa terza edizione della rassegna, In una stessa terra, di Antonella Anedda: “Se ho scritto è per pensiero / perché ero in pensiero per la vita / per gli esseri felici / stretti nell’ombra della sera / per la sera che di colpo crollava sulle nuche. / Scrivevo per la pietà del buio / per ogni creatura che indietreggia / con la schiena premuta a una ringhiera / per l’attesa marina – senza grido – infinita. / Scrivi, dico a me stessa / e scrivo io per avanzare più sola nell’enigma / perché gli occhi mi allarmano / e mio è il silenzio dei passi, mia la luce deserta / – da brughiera – / sulla terra del viale. / Scrivi perché nulla è difeso e la parola bosco / trema più fragile del bosco, senza rami né uccelli / perché solo il coraggio può scavare / in alto la pazienza / fino a togliere peso / al peso nero del prato”.

– Michele Pascarella

www.sassiscritti.wordpress.com

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Michele Pascarella

Michele Pascarella

Dal 1992 si occupa di teatro contemporaneo e tecniche di narrazione sotto la guida di noti maestri ravennati. Dal 2010 è studioso di arti performative, interessandosi in particolare delle rivoluzioni del Novecento e delle contaminazioni fra le diverse pratiche artistiche.

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