Bologna update: come inaugurare una fiera di editoria d’arte? Cancellando parole! Artelibro si apre con la performance di Arianna Fantin, moderna Penelope che cuce e scuce tele a Palazzo Re Enzo
Chi lo dice che decostruire significa annullare, eliminare, distruggere, cancellare? Certo non Arianna Fantin, che nel loggiato di Palazzo Re Enzo inscena, a Bologna, la performance che inaugura di fatto la decima edizione di Artelibro. Pugni e carezze dal violoncello di Francesco Guerri, che insegue armoniche tenerezze e spregiudicate cacofonie: quasi a guidare, più che […]
Chi lo dice che decostruire significa annullare, eliminare, distruggere, cancellare? Certo non Arianna Fantin, che nel loggiato di Palazzo Re Enzo inscena, a Bologna, la performance che inaugura di fatto la decima edizione di Artelibro. Pugni e carezze dal violoncello di Francesco Guerri, che insegue armoniche tenerezze e spregiudicate cacofonie: quasi a guidare, più che sottolineare, l’azione di una Penelope in tuta blu. Tela grezza, grossi caratteri cuciti a significare come l’oggetto decostruito non faccia altro se non perdere la propria funzione, mantenendo inalterato “il potenziale”. Quello di cui la performer sembra appropriarsi, scucendo a ritroso il testo con elegante frenesia. Lettera dopo lettera, parola dopo parola, riga dopo riga. La narrazione si scioglie in una cascata di fili neri, sfibrandosi.
L’intervento accompagna l’esposizione dei Libri cuciti che Arianna Fantin, di stanza a Berlino, elabora nella sintesi di un percorso che la vede camminare sul doppio binario dell’arte in senso stretto e del teatro-danza, dove si muove in veste di costumista. Ricami in pietra quelli che ingioiellano Granada, evocati nella delicatezza di Alhambra; puro divertissement sul senso e il gusto della creatività in Munari, illustrazione in punta d’ago di un testo del mitico Bruno.
– Francesco Sala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati