Il Milano Film Festival fa le cose sul… serial! Sul piatto 60mila euro da parte di Banca Prossima per finanziare la produzione di una web-serie che racconti, in dieci puntate, il mondo del non-profit
L’Italia ha un esercito di cinque milioni di persone. Al netto di lattanti e pensionati equivale dunque, a spanne, al 15% della popolazione attiva. Di questi cinque milioni più di quattro svolgono la propria attività gratis et amore dei. In 750mila, invece, vivono dei ricavi di questa pratica quotidiana; facendo del proprio settore un comparto […]
L’Italia ha un esercito di cinque milioni di persone. Al netto di lattanti e pensionati equivale dunque, a spanne, al 15% della popolazione attiva. Di questi cinque milioni più di quattro svolgono la propria attività gratis et amore dei. In 750mila, invece, vivono dei ricavi di questa pratica quotidiana; facendo del proprio settore un comparto che ha più occupati del mondo della scuola.
Un sistema che muove ogni anno 67miliardi di euro, generando una incalcolata – e forse incalcolabile – ricaduta sull’economia reale del Paese.
A fotografare lo stato di salute delle armate del non-profit è Banca Prossima, costola di Banca Intesa che si occupa in maniera esclusiva della faccenda, sponsor del bando di gara lanciato in queste ore dal Milano Film Festival. Domanda retorica quella lanciata dal progetto Are you series?, risposta più che affermativa, ma volendo… anche no. Sul piatto una cifra che arriva a 60mila euro per foraggiare la realizzazione della prima web-serie italiana dedicata al mondo del volontariato, uno spot lungo dieci puntate affidato al giovane video maker che meglio sappia trasmettere il più sano spirito del volontariato. Il bando apre lunedì 16 settembre, per partecipare c’è tempo fino al 16 febbraio 2014.
Perché il nonprofit? “È un argomento spesso comunicato in modo retorico e… palloso” spiega Carlo Giuseppe Gabardini, tra i fondatori del festival e noto – fuori da Milano – per dare il proprio volto all’Olmo di Camera Café. “Crediamo sia necessario trovare nuovi modi per raccontare questo mondo. Perché se una pubblicità commerciale non funziona è una sola azienda a perderci; se invece è un progetto non-profit ad essere comunicato in modo poco efficace il fallimento coinvolge molte più persone. Troppe.”
Come fare allora? Il modello ideale è offerto in sede di presentazione dell’iniziativa. Lo schermo del Teatro Studio si anima con lo sballoso Skallaman, corto con cui la svedese Maria Bock ironizza in forma di surreale musical dall’inevitabile lieto fine sulle grettezze dell’omofobia. Se volete partecipare al concorso cercatevelo su YouTube o Vimeo: per vincere non sarà necessario immaginare una produzione tanto complessa, ma l’ironia e l’efficacia che stanno cercando è proprio questa…
www.areyouseries.com
– Francesco Sala
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