Una scatola cinese chiamata Berlin Art Week. In una metropoli in fermento in ogni angolo, tornano le fiere Art Berlin Contemporary (con tre gallerie dall’Italia) e Preview Berlin

Si presenta come una gigantesca scatola cinese, la seconda edizione della Berlin Art Week. Una scatola che racchiude a sua volta altri due eventi fondamentali della contemporaneità artistica, intesa sia come ricerca che come mondanità, ovvero Abc Art Berlin Contemporary, la fiera d’arte delle gallerie più importanti e affermate, e la Preview Berlin, la fiera […]

Si presenta come una gigantesca scatola cinese, la seconda edizione della Berlin Art Week. Una scatola che racchiude a sua volta altri due eventi fondamentali della contemporaneità artistica, intesa sia come ricerca che come mondanità, ovvero Abc Art Berlin Contemporary, la fiera d’arte delle gallerie più importanti e affermate, e la Preview Berlin, la fiera delle gallerie emergenti. In tutto questo fervore, la settimana si snoda fino al 22 settembre in una varietà di proposte che vanno dall’urbanistica alla performance, dalla discussione all’installazione site-specific. Uno sguardo particolare, forse anche fin troppo datato, è rivolto poi alla pittura con l’iniziativa Painting Forever, analisi sullo stato attuale della tecnica per eccellenza dell’arte storicizzata.
Non mancano, come mai a Berlino, le presenze italiane, a partire da Abc, con stand per le gallerie Collicaligreggi, Frutta, SpazioA, e uno spazio per la Fondazione Morra dedicato a Hermann Nitsch. L’Italia è poi presente nel progetto del collettivo S.M.U.R. (Self Made Urbanism Rome), presso Ngbk, con un’indagine sull’anarchico e tentacolare sviluppo delle borgate romane. Altro evento importante e globale è la presentazione del programma internazionale della Kunstlerhaus Bethainen, con il suo progetto di residenze e studi d’artista. Un intero edificio di quattro piani dedicato interemente alla sperimentazione internazionale nel quale spiccano i nomi di artisti come Emmanuel Madan, Tibor Horvàth ed Iza Tarasewicz.
Particolare attenzione va poi all’ex ospedale Bethanien, teatro negli anni 70 della Battaglia per Bethanien in occasione della sua occupazione ed il suo riutilizzo in chiave artistica e sociale. Bethanien ora è il simbolo della vivace enclave di Kreuzberg, vero e proprio mondo a parte, ed ospita la mostra Tomorrow it’s time for the future, nella quale si celebra, attraverso artisti come Matthew Barney e Louise Bourgeois, lo scambio di consegne artistiche tra New York  e Berlino.

– Emanuele Rinaldo Meschini

www.artberlincontemporary.com
www.previewberlin.com

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