Allora & Calzadilla conquistano Milano: prime foto dalla mostra che Fondazione Trussardi e Massimiliano Gioni portano nelle sale di Palazzo Cusani. Antimilitaristi all’assalto di un circolo ufficiali dell’Esercito
Per la loro prima volta in una istituzione italiana non potevano scegliere una location qualunque. Eccoli allora, dopo aver ribaltato un carro armato in mezzo ai Giardini dell’Arsenale, violare e sfatare uno dei salotti buoni di Milano. Sono le sale di Palazzo Cusani, sede del Circolo Ufficiali dell’Esercito, ad accogliere le Fault Lines di Allora […]
Per la loro prima volta in una istituzione italiana non potevano scegliere una location qualunque. Eccoli allora, dopo aver ribaltato un carro armato in mezzo ai Giardini dell’Arsenale, violare e sfatare uno dei salotti buoni di Milano. Sono le sale di Palazzo Cusani, sede del Circolo Ufficiali dell’Esercito, ad accogliere le Fault Lines di Allora & Calzadilla, personale costruita dalla premiata Massimiliano Gioni – Fondazione Trussardi. Nuova tappa di un percorso che accende attraverso l’arte contemporanea i luoghi dimenticati della città e che torna, a un anno di distanza, a relazionarsi con spazi militari: era l’ottobre del 2012 quando Cyprien Gaillard rianimava gli spettacolari ambienti dismessi del panificio della Caserma XXIV Maggio.
Ambientazione gattopardesca per la mostra di Allora & Calzadilla, che portano pezzi recenti se non inediti; e si lasciano suggestionare dalla teatralità di un luogo ingessato nella sua storia secolare. Il tono dell’intervento è presto dichiarato: il cortile del Palazzo accoglie un frastagliato blocco di poliuretano, illusione plastica che evoca scenari rocciosi alla Böcklin e cela, al suo interno, giovani cantanti lirici. Le loro voci, collezione di monologhi più che dialogo, musicano discorsi di leader del recente passato (da Saddam Hussein a Martin Luther King) quasi fossero arie d’opera, smitizzando in una performance a cappella la portata politica di parole oggi vuote. O meglio svuotate. Il buon giorno si vede dal mattino, il resto della mostra insiste sul tono di un’ironia che riesce a non eccedere del sarcasmo; passando da pompe di benzina pietrificate a pianisti “al contrario”, costretti a suonare in posizioni quasi impossibili, arrivando al Raptor’s Rapture presentato all’ultima dOCUMENTA. Certo: considerata l’ambientazione sarebbe stato eccezionale riproporre il tank tapis-roulant di Track and Field… ma in fin dei conti la profanazione può dirsi splendidamente riuscita anche così.
– Francesco Sala
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