Bologna presenta il Mast. L’imprenditrice Isabella Seragnoli sfida la crisi e regala alla città un mega-spazio per la cultura e l’aggregazione sociale. Arte protagonista con nomi come Eliasson, Kapoor e Pomodoro
Uno spazio di frontiera. Così ė stato definito oggi il Mast (Manifattura di Arti Sperimentazione e tecnologia) presentato a Bologna in un Auditorium gremito da giornalisti, imprenditori, notabili, politici ed autorità cittadine, da Sergio Cofferati a Romano Prodi, da Alessandro Bergonzoni a Luca Cordero di Montezemolo. Fortemente voluto da Isabella Seragnoli, imprenditrice e grande filantropa […]
Uno spazio di frontiera. Così ė stato definito oggi il Mast (Manifattura di Arti Sperimentazione e tecnologia) presentato a Bologna in un Auditorium gremito da giornalisti, imprenditori, notabili, politici ed autorità cittadine, da Sergio Cofferati a Romano Prodi, da Alessandro Bergonzoni a Luca Cordero di Montezemolo. Fortemente voluto da Isabella Seragnoli, imprenditrice e grande filantropa di Bologna, il progetto della Fondazione Mast ha origine nel 2000 e ha avuto una lunga storia, durata più di dieci anni. 25mila mq, articolati dallo Studio Labics (Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori), per un edificio che “contiene tanti edifici“, per dirla con i progettisti. Asilo nido, spazio espositivo, ristorante, centro wellness – rigorosamente tecnogym -, parco delle sculture con pezzi monumentali di Eliasson, Kapoor e Pomodoro, caffetteria: l’obiettivo della Fondazione Mast ė quello di creare spazi comuni di coesione, di aggregazione dedicati ai dipendenti del Gruppo Coesia (che opera nel settore alimentare, del tabacco e della meccanica) e da gennaio, anche alla città, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni.
“Abbiamo la consapevolezza” – ha commentato Isabella Seragnoli – “che stiamo inaugurando questa struttura in uno dei momenti più difficili per il nostro paese e nella storia delle aziende. Ma gli imprenditori hanno il dovere di assumersi un ruolo sociale nella comunità, investire sul territorio e sulla comunità, con un senso di appartenenza civile“, in un’ottica di welfare aziendale, in questo caso con forme di liberalità, mediate dall’ente noprofit. Da lunedì sarà invece aperta al pubblico l’area espositiva dedicata alla fotografia industriale, alla quale ė dedicato inoltre il progetto di una Biennale, organizzata in collaborazione con Recontres D’Arles e la direzione artistica di Francois Hebel, in 17 esposizioni in 10 sedi storiche della città. Tema principale il lavoro, con scatti da Gabriele Basilico a Mark Power, da David Goldblatt a Brian Griffin.
– Santa Nastro
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