Carsten Nicolai e Nico Vascellari protagonisti di Club To Club: torna a Torino nei giorni di Artissima il festival di musica elettronica più importante d’Italia. Con un inedito progetto di sonorizzazione della città
È il maggior evento su scala internazionale, quest’autunno, tra i tanti dedicati alla musica elettronica. E se a dirlo è Resident Advisor, bibbia digitale del settore forte di due milioni di lettori nel mondo, possiamo tranquillamente crederlo. Si tiene a Milano, in nome della rinforzata partnership con Torino, la presentazione dell’edizione 2013 di Club To […]
È il maggior evento su scala internazionale, quest’autunno, tra i tanti dedicati alla musica elettronica. E se a dirlo è Resident Advisor, bibbia digitale del settore forte di due milioni di lettori nel mondo, possiamo tranquillamente crederlo. Si tiene a Milano, in nome della rinforzata partnership con Torino, la presentazione dell’edizione 2013 di Club To Club, il festival di musica d’avanguardia più importante d’Italia: scalettato nel capoluogo piemontese in pieno clima Artissima, da giovedì 7 a domenica 10 novembre. L’anno passato sono state circa 30mila le persone accorse a seguire un cartellone di concerti che, per questa edizione, punta a battere ogni record: portando oltre trenta artisti di spessore internazionale, con più di una decina di anteprime europee. Su tutte il live con cui James Holden presenta in apertura di rassegna, al Teatro Carignano, il suo freschissimo The Inheritors, già salutato dalla critica come uno degli album più importanti dell’anno. Holden è tra i nomi di punta di un cartellone che limita al minimo sindacale i dj set – tra gli happy few quelli delle star John Talabot, Ben Ufo e Nina Kraviz – e punta sulle performance live di Four Tet, Dinos Chapman e due signori che da sempre amano ibridare musica e arte visuale. Carsten Nicolai ovviamente, e Nico Vascellari: il primo a Torino con il side project Diamond Version, l’altro con i suoi Niños du Brasil.
Fondazione Sandretto, Lingotto, Mirafiori; il leggendario Hiroshima Mon Amour – un po’ un CBGB alla torinese – e le Officine Grandi Riparazioni, queste ultime destinate a fine festival ad essere interessate dai cantieri che ne miglioreranno spazi e prospettive: diverse le location sparse, come sempre, in più punti di una città interessata quest’anno da un ulteriore progetto itinerante. Nasce dalla collaborazione con il British Council, tramite per accaparrarsi i servigi dei migliori artisti inglesi su piazza, la composizione di A Great Simphony for Torino: sono sette al momento (in fase di implementazioni) le stazioni di una via crucis musicale che unisce Piazza Carignano a Porta Susa, l’Oval al Monte dei Cappuccini, individuando punti da raccontare attraverso la musica. In maniera intima e tutt’altro che invasiva, perché i brani dei vari Oobe e Kode9 sono rigorosamente a portata di QR Code, colonna sonora da scaricare e ascoltare in punta di smartphone.
– Francesco Sala
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