Gli americani Smith + Gill vincono il concorso per Expo 2017: è loro il progetto, ad alto tasso di sostenibilità, destinato a cambiare il volto della capitale kazaka Astana. Battuti Zaha Hadid, Snøhetta, Massimiliano Fuksas…
La volontà sembra essere quella di limitarsi, cercare un contegno. Perché va bene essere considerato uno tra i più importanti giacimenti di risorse naturali al mondo (metano, petrolio, carbone: qui c’è tutto e in abbondanza); e passi pure avere sbarazzine disponibilità di spesa: ma i tempi suggeriscono moderazione, a maggior ragione se ospiti un Esposizione […]
La volontà sembra essere quella di limitarsi, cercare un contegno. Perché va bene essere considerato uno tra i più importanti giacimenti di risorse naturali al mondo (metano, petrolio, carbone: qui c’è tutto e in abbondanza); e passi pure avere sbarazzine disponibilità di spesa: ma i tempi suggeriscono moderazione, a maggior ragione se ospiti un Esposizione Universale legata al tema dell’energia. E così il progetto per disegnare il quartiere fieristico di Expo 2017 ad Astana, capitale del Kazakistan, viene affidato al tandem americano composto da Adrian Smith e Gordon Gill, che vincono la concorrenza di una agguerritissima short-list: composta tra gli altri dagli imprescindibili Zaha Hadid e Massimiliano Fuksas, ma anche dai vari Snøhetta, Coop Himmelblau e UNStudio. A convincere i commissari kazaki un’idea sobria, pragmatica, impostata sul leitmotiv della sostenibilità: in termini di consumo del territorio, risorse economiche, scelta dei materiali e naturalmente – anzi: a maggior ragione – approvvigionamento energetico.
Nessun castello per aria, insomma, ma un progetto concettualmente solido: anche perché si tratta di ridisegnare completamente una porzione di Astana, senza limitarsi esclusivamente ai padiglioni fieristici. Con questi ultimi a incidere su appena venticinque ettari degli oltre centosettanta destinati ad accogliere nuovi quartieri residenziali con scuole, parchi, centri commerciali e servizi. Una città nella città, insomma. Dominata dalle gentili rotondità dei 24mila metri quadri del padiglione kazako, cuore del futuro Expo, attorno cui si snodano gli altri padiglioni: quattro da quattromila metri quadri l’uno per le aree tematiche della fiera; uno da 95mila metri quadri chiamato ad accogliere i circa cento Paesi stranieri partecipanti. A tutto ciò si aggiunge un’area commerciale da novemila metri quadri, un centro congressi da 42mila metri e uno spazio espositivo da 14mila; collegati tra loro da una rete infrastrutturale calibrata per reggere senza eccessivi stress un flusso di traffico della portata di circa diecimila veicoli ogni giorno.
Con questa commessa Smith + Gill confermano il loro feeling con l’Asia: la bandierina sul Kazakistan arriva dopo gli interventi nell’avveniristica Masdar City, la città del futuro in costruzione ad Abu Dhabi e dopo la progettazione del Burj Khalifa di Dubai. Con i suoi 610 metri l’edificio – al momento – più alto al mondo.
– Francesco Sala
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