Intesa Sanpaolo porta Gastone Novelli a Napoli. Una mostra in un palazzo storico, tra luce e parola. L’intervista a curatore, Marco Rinaldi
Palazzo Zevallos Stigliano, a Napoli, ospita con il suo antico scrigno prezioso il segno informale e scrittorio di Gastone Novelli, con un contrasto di potente efficacia. Diversissimi lo spazio e il corpus di opere; eppure accomunati dalla ricchezza quasi intangibile dei riflessi, delle mille variazioni di cromia e di materiali, sensibili alla luce. Il verbo, […]
Palazzo Zevallos Stigliano, a Napoli, ospita con il suo antico scrigno prezioso il segno informale e scrittorio di Gastone Novelli, con un contrasto di potente efficacia. Diversissimi lo spazio e il corpus di opere; eppure accomunati dalla ricchezza quasi intangibile dei riflessi, delle mille variazioni di cromia e di materiali, sensibili alla luce.
Il verbo, il logos, la parola che incontra la materia. E che in questo incontro perde ogni pretesa di razionalità e di corrispondenza cognitiva, disfacendosi in una pittura/scrittura in cui la grafia quasi perde la sua riconoscibilità, ritrovando il fluire della vita.
Marco Rinaldi, curatore della mostra promossa e organizzata da Intesa Sanpaolo in collaborazione con l’Archivio Gastone Novelli, ci accompagna per mano nel significato storico e critico della prima antologica napoletana dell’artista.
– Diana Gianquitto
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati