Invisibili bombe profumate nel centro di Milano: performance di guerriglia olfattiva per Mirko Canesi, che semina ampolle di essenze sulle rotaie dei tram e tra le auto in sosta. Lasciando che il traffico faccia il resto…
La definisce guerriglia gentile. Ossimoro che si sposa con straordinaria efficacia lessicale ad un’azione che è insieme violenta e delicata: brutale nelle forma, poetica nella sostanza. Lo scenario è quello della Milano più frenetica, nel mezzo di un sabato pomeriggio che è per definizione dedicato alla consultazione compulsiva delle vetrine, al fruscio dei sacchetti, a […]
La definisce guerriglia gentile. Ossimoro che si sposa con straordinaria efficacia lessicale ad un’azione che è insieme violenta e delicata: brutale nelle forma, poetica nella sostanza. Lo scenario è quello della Milano più frenetica, nel mezzo di un sabato pomeriggio che è per definizione dedicato alla consultazione compulsiva delle vetrine, al fruscio dei sacchetti, a quell’ingombro di scatole e scatolette che non trova soluzione di continuità nemmeno sotto crisi. Mirko Canesi porta la sua riflessione sull’estetica del contemporaneo in pieno shopping time, con un piccolo bombardamento olfattivo. La complicità arriva da una profumeria nel centro della città, che contribuisce a creare piccole sfere di plastica riempite di essenze, legate a una rosa da trame di tessuto: sono prevalentemente – naturalmente! – donne le protagoniste della performance, clienti e semplici passanti invitate a trasformarsi in sediziose ma innocue bombarole. Abbandonando i fiori, assunti a multiplo d’artista, sulle rotaie dei tram o sulla traiettoria delle ruote di auto in sosta: il passaggio dei mezzi rompe l’incanto, devasta il fiore e strappa la stoffa, distrugge e tritura. Ma spezzando le piccole ampolle diffonde le essenze profumate, giocando sul potere della memoria olfattiva, spandendo aromi che ingentiliscono anche la soffocata aria schiacciata dalle polveri di città. Effluvi effimeri destinati a durare lo spazio di pochi attimi, ma chiamati a sedimentarsi nel ricordo.
– Francesco Sala
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