Meeting Architecture, alla British School at Rome un ciclo di appuntamenti su architettura, arti visive, cinema e musica. Si inizia dalla coppia Adam Caruso-Thomas Demand. Esperienze di complicità e di contaminazione
Una sostanziosa anticipazione ve l’avevamo data già lo scorso luglio, con un largo anticipo sulle comunicazioni ufficiali. Raccontandovi della nuova stagione della British School at Rome, avevamo così annunciato il lancio, per ottobre, di un’interessante rassegna dedicata al rapporto tra architettura e altri linguaggi creativi. Sullo sfondo, il ricordo dell’incredibile esperienza di This is Tomorrow, […]
Una sostanziosa anticipazione ve l’avevamo data già lo scorso luglio, con un largo anticipo sulle comunicazioni ufficiali. Raccontandovi della nuova stagione della British School at Rome, avevamo così annunciato il lancio, per ottobre, di un’interessante rassegna dedicata al rapporto tra architettura e altri linguaggi creativi. Sullo sfondo, il ricordo dell’incredibile esperienza di This is Tomorrow, progetto espositivo e di ricerca che, nel lontano 1956, tracciava negli spazi della Whitechapel Gallery di Londra le linee delle future new wave artistiche e architettoniche – la pop art in testa – sulla base di forti contaminazioni e secondo un processo creativo improntato sul dialogo corale.
Oggi, con Meeting Architecture, un’altra realtà britannica riparte dall’idea di eclettismo e mette in relazione l’architettura con l’arte, il cinema e la musica. Così, come da tempistiche prefigurate, si parte proprio a ottobre, per l’esattezza martedì 29. Il primo appuntamento in calendario vede protagonisti di una conferenza (moderata da Mario Codognato) e di una mostra-studio (fino a 19 novembre) dal titolo Madame Wu and the Mill from Hell, l’architetto anglo-canadese Adam Caruso (Caruso St. John) – che dell’Accademia Britannica era stato ospite nel 2007 – e l’artista tedesco Thomas Demand. Non un battesimo per la coppia, che ha già sperimentato diversi progetti a quattro mani, e che in questa sede racconterà il senso ed il percorso di questa liaison professionale.
Un primo appuntamento, dunque, per puntare i riflettori su uno dei casi di collaborazione interdisciplinare meno frequenti e più fruttuosi: non il tipico caso in cui l’architetto invita l’artista per intervenire su uno spazio già completato, ma quello in cui il lavoro nasce e si sviluppa in totale sinergia.
Meeting Architecture proseguirà analizzando progetti che vedono insieme architetti e musicisti, laddove il suono diventa elemento ispiratore per il progettista, oppure, al contrario, è lo spazio a fornire spunti di riflessione a chi compone. E poi ancora il cinema, inteso come “architettura dello spazio in movimento”, tema noto e al centro di un ampio dibattito storico-critico, che esplora la questione dell’immagine cinematografica come luogo in cui si definiscono la rappresentazione dello spazio, la progettazione dei volumi costruttivi, la percezione dell’attraversamento. I prossimi ospiti? Reinier de Graaf (OMA), a dicembre 2013, mentre nel 2014 sarà la volta di una lunga lista di nomi internazionali, tra cui Amos Gitai, David e Peter Adjaye, Cecil Balmond, Vivien Lovell, Eric Parry e Richard Deacon, Wouter Vanstiphout (Crimson Architectural Historians), Richard Sennett, Thomas Schütte e l’unico italiano in lista, Alfredo Pirri.
– Helga Marsala
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