Parliamo di noi stessi. Artribune chiude in positivo i primi sei mesi del 2013. Il Cda approva una semestrale con +35% alla voce ricavi
Più che lusinghieri i risultati conseguiti da Artribune per il primo semestre 2013. Vista la giovane età dell’azienda, si tratta tra l’altro del primo semestre per il quale è possibile fare un confronto con il precedente, essendo la società stata costituita solo ad aprile del 2011. E nonostante gli anni di crisi, sempre peggiore, nonostante […]
Più che lusinghieri i risultati conseguiti da Artribune per il primo semestre 2013. Vista la giovane età dell’azienda, si tratta tra l’altro del primo semestre per il quale è possibile fare un confronto con il precedente, essendo la società stata costituita solo ad aprile del 2011. E nonostante gli anni di crisi, sempre peggiore, nonostante i lancinanti problemi di liquidità del mercato, nonostante la desertificazione del mondo dell’arte contemporanea italiano (quanti musei hanno chiuso negli ultimi anni?), Artribune srl è riuscita a segnare un +35% per quanto riguarda i ricavi da Gennaio a Giugno 2013. Il tutto condito da una grande attenzione ai costi, che ha permesso all’azienda di rimanere in equilibrio e, anzi, di poter investire sia su nuovi progetti ad alto contenuto tecnologico, sia su un piano di aperture internazionali che punta a replicare il modello-Artribune in paesi ad alto contenuto di creatività e a sostenuta crescita economica (Israele, Turchia, Polonia…). Tutti progetti sui quali saremo più precisi nell’immediato futuro.
Un esito, insomma, ancor più significativo perché conseguito in un contesto piuttosto drammatico: il crollo del mercato pubblicitario ha portato molti investitori culturali a guardare con interesse alle inserzioni sulla grande stampa quotidiana, fino a qualche anno fa per loro proibitiva. Il risultato? L’aumento delle pagine-marchetta, che molte grandi mostre acquistano sui giornali italiani ormai quasi ogni giorno: una piccola alterazione del mercato che inganna i lettori (si tratta di simil-approfondimenti giornalistici, in realtà pagati dagli organizzatori stessi), sottraendo risorse alla migliore stampa di settore, meritevole di sostegno e di tutela.
In questo quadro Artribune è riuscita a creare un’altra gamba aggiuntiva a quella pubblicitaria per i suoi ricavi: i servizi di gestione dei contenuti per grandi realtà italiane alle quali sono offerte le nostre capacità di content management: da Lottomatica a SkyArte, da Editalia a Pitti Immagine passando per Monte dei Paschi di Siena, Banca Intesa, Maggio Musicale Fiorentino, Cassa di Risparmio di Trento e Bolzano, Provincia di Roma solo per citare qualche partner. Oltre, naturalmente, a tutti gli altri inserzionisti ‘ordinari’ che consentono a questo progetto di esistere.
A margine dell’approvazione della semestrale, il Consiglio d’Amministrazione di Artribune srl, presieduto da Paolo Cuccia, ha ribadito gli obbiettivi per il futuro: consolidare la leadership, accrescere il prestigio della testata, puntare sull’internazionalizzazione e sulla ricerca (soprattutto tecnologica). E stringere i denti affinché tutto questo possa continuare ad avere a lungo una sua sostenibilità economica.
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