Quanto tempo era che un artista non faceva parlare tanto di sé? Le ultime incursioni da Banksy a NYC: ora si appropria di un dipinto e lo vende per beneficienza
Lo scorso weekend ha fatto ballare un pupazzo travestito da morte per Halloween su una macchinina autoscontro, al ritmo di musica suonata live all’imbrunire e affianco al murales fra Houston e Bowery, per criticare l’immenso business che rappresenta questa festività in America. Poi ha sbeffeggiato il grattacielo che ha sostituito le due torri gemelle chiamandolo […]
Lo scorso weekend ha fatto ballare un pupazzo travestito da morte per Halloween su una macchinina autoscontro, al ritmo di musica suonata live all’imbrunire e affianco al murales fra Houston e Bowery, per criticare l’immenso business che rappresenta questa festività in America. Poi ha sbeffeggiato il grattacielo che ha sostituito le due torri gemelle chiamandolo “Shyscraper”, con un articolo che non e stato pubblicato dal New York Times perche estremamente polemico (“sembra qualcosa che avrebbero potuto costruire in Canada”). Infine dal sito di Banksy apprendiamo che l’opera odierna e stata direttamente recapitata presso uno dei negozi Housing Works (per la precisione quello di 23rd street), dove in principio e stata messa in vendita. Pochi minuti dopo la pubblicazione sul sito i volontari del posto hanno tolto il pezzo dalla vetrina per metterlo all’asta. Si parte da una base di 74mila dollari, a partire da domani 31 ottobre. Il ricavato andrà alla stessa associazione no profit Housing Works, che si occupa di aiutare i malati di AIDS e i senzatetto. L’opera si intitola The banality of the banality of evil (“La banalità delle banalità del male”), e sul sito lo street artist scrive “A thrift store painting vandalised then re-donated to the thrift store” (un dipinto di un negozio gestito da un’organizzazione di beneficenza danneggiato e poi ridonato di nuovo a quel negozio).
Banksy avrebbe infatti prima comprato il pezzo e poi “reinterpretato” per ridonarlo. L’immagine rappresenta una figura in tenuta nazista che ammira un paesaggio placido e bucolico. Il quadro originale, opera di K. Sager, era stato comprato in precedenza per 50 dollari. Ormai compaiono due firme: quella di Banksy e quella di K. Sager. Il pezzo è rimasto in vetrina fino alle 4 del pomeriggio senza che nessuno si accorgesse di niente (cosi come era similmente avvenuto a Central Park). Non appena l’artista ha postato l’immagine su Instagram una folla di giornalisti e curiosi si e riversata al negozio.
Resta pochissimo al termine della residenza di Banksy a New York. Di sicuro e stato in grado di intrattenere i newyorkesi ed il mondo intero con una potente dose di ironia, facendo arrabbiare le istituzioni ma attraendo l’attenzione incondizionata di addetti come di non addetti al settore arte. Tutto grazie ad Internet e ai social media, in una citta dove sta per esaurirsi una grande caccia al tesoro collettiva.
– Diana Di Nuzzo
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