Al Maxxi arriva un pezzo di storia della danza del Novecento. Doppio appuntamento con la compagnia di Susanna Egri, che presenta “Mystery Sonata”
Da ben sessant’anni Susanna Egri, a Torino e non solo, influenza grandemente l’arte coreutica italiana, sia attraverso un’intensa attività didattica (con ospiti di altissimo livello, negli anni, tra i quali vale ricordare almeno Sergio Liberovici e Massimo Mila), sia proponendo con il suo gruppo, I balletti di Susanna Egri, memorabili spettacoli tra i quali Istantanee, […]
Da ben sessant’anni Susanna Egri, a Torino e non solo, influenza grandemente l’arte coreutica italiana, sia attraverso un’intensa attività didattica (con ospiti di altissimo livello, negli anni, tra i quali vale ricordare almeno Sergio Liberovici e Massimo Mila), sia proponendo con il suo gruppo, I balletti di Susanna Egri, memorabili spettacoli tra i quali Istantanee, del 1953, e Chagalliana, dell’anno seguente. Nell’allestimento di questi lavori, la coreografa coinvolse il fior fiore dei compositori e pittori dell’epoca: “una vera e propria commissione di sapore diaghileviano”, dirà al proposito Alberto Testa, già partecipe della sopracitata attività pedagogica.
L’ensemble della Egri nel 1999 si è trasformato in Compagnia EgriBiancoDanza, accogliendo come condirettore e coreografo residente Raphael Bianco. La Compagnia, che definisce il proprio stile “di espressione contemporanea, su solida base classica” sarà negli spazi del Maxxi, a Roma, sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre per presentare Mystery Sonata, lavoro che “nasce con l’intento di essere uno spettacolo modulare, scomponibile e assemblabile a seconda degli spazi in cui si svolge, senza un reale inizio né una fine”. Mystery Sonata costituisce un’occasione, per l’ideatore e coreografo Bianco, di dare spazio ad alcune fondative questioni: “Dov’è l’inizio e la fine delle nostre azioni e cosa rimane agli altri di noi? Qual è la realtà della natura delle cose: la nostra visibile o quella impalpabile, oscura e a noi ignota ma che ci circonda, o entrambe? E soprattutto qual è il rapporto fra le due?”.
– Michele Pascarella
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