Design, cultura pop e beneficenza: al via la seconda edizione di Do Ut Do, Design per Hospice, che nel 2014 vedrà il suo atto finale al MAST di Bologna
Due mondi differenti: uno si manifesta in immagine, l’altro in sostanza (talvolta letteralmente). Il design e la medicina hanno uno scopo in comune: migliorare la qualità della vita. La cultura pop, dai più criticata come massificazione e mercificazione, ha degli innegabili aspetti positivi, essendo un potente riverbero per ogni voce in grado di trovarvi appiglio. […]
Due mondi differenti: uno si manifesta in immagine, l’altro in sostanza (talvolta letteralmente). Il design e la medicina hanno uno scopo in comune: migliorare la qualità della vita. La cultura pop, dai più criticata come massificazione e mercificazione, ha degli innegabili aspetti positivi, essendo un potente riverbero per ogni voce in grado di trovarvi appiglio. Queste sono le solide basi su cui poggia Do ut Do, iniziativa biennale nata nel 2012 (nome sorto dalla mente di Alessandro Bergonzoni) atta a raccogliere fondi per cure palliative tramite il sostegno della Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus appoggiandosi alla cultura in ogni sua sfaccettatura, grazie alla potente eco dei personaggi coinvolti.
Il 2012 ha visto Yoko Ono in veste di madrina, il 2013 è stato l’anno della collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim, ed ecco nel 2014 l’approdo al design: Emilio Ambasz, Odile Decq, Michele De Lucchi, Doriana e Massimiliano Fuksas, Massimo Iosa Ghini, Daniel Libeskind, Alessandro Mendini, Richard Meier, Mimmo Paladino, Claudio Silvestrin e molti altri hanno aderito, ma in che modo? Ognuno ha donato una propria creazione, una propria opera, sottolineando la concretezza dell’iniziativa. L’oggetto resta tale, non c’è la spettacolarizzazione della “cosa”, che invece migra da un proprietario all’altro; il soggetto è l’uomo, assieme alla cura, all’idea di benessere.
E il mezzo? Nomi e luoghi altisonanti: sono previsti tre eventi nel 2014, il primo dal 16 al 18 maggio presso il Maxxi di Roma, il secondo al MAMbo di Bologna in autunno, conclusione con l’estrazione e consegna di una delle opere inedite donate presso il MAST a chi avrà sostenuto le attività della Fondazione con un contributo significativo.
– Urbano Nannelli
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