“La mia Biennale di Architettura? Ci sarà pochissima architettura”. Rem Koolhaas richiama mille persone a Milano per l’anniversario del Politecnico: ecco racconto, immagini e video
“Non amo fare conferenze seduto ma oggi per questioni tecniche dovrò farlo”. Inizia così, un po’ stizzito, Rem Koolhaas. L’occasione é il centocinquantesimo anniversario del Politecnico di Milano. Ad aspettarlo alla Triennale ci sono oltre mille persone, in maggioranza ammassate nell’atrio e sulla scalinata costrette ad accontentarsi di un maxischermo o di seguirlo in diretta […]
“Non amo fare conferenze seduto ma oggi per questioni tecniche dovrò farlo”. Inizia così, un po’ stizzito, Rem Koolhaas. L’occasione é il centocinquantesimo anniversario del Politecnico di Milano. Ad aspettarlo alla Triennale ci sono oltre mille persone, in maggioranza ammassate nell’atrio e sulla scalinata costrette ad accontentarsi di un maxischermo o di seguirlo in diretta streaming. Il Teatro dell’Arte non é riuscito a contenere tutti perché, si sa, Koolhaas muove le folle alla stregua di una rock star.
La prima parte della lecture dal titolo “challenge Vs comfort” inquadra la realtà in cui l’Architettura contemporanea si trova ad operare sempre sul filo tra le continue sfide di cui l’architettura si nutre e la necessità di non perdere di vista la sua natura funzionale, pragmatica e risolutiva. Nella seconda parte l’architetto olandese mostra due progetti pensati per Milano. Una città che confessa di non amare molto, soprattutto se pensa al suo centro storico. Il primo é uno dei suoi preferiti, dice. È la proposta presentata in occasione del concorso per l’Università Bocconi, poi vinto dai giapponesi Sanaa. Il secondo, trattato più approfonditamente, é il progetto per la Fondazione Prada. Una collaborazione che, ammette, ha stimolato notevolmente la sua creatività. Un sodalizio ormai consolidato quello tra Miuccia Prada e Rem Koolhaas, che ha prodotto numerosi esperimenti architettonici e artistici (in primis il flagship store di Soho, New York, poi ripetuto nel suo elemento più caratteristico, l’enorme scala in legno, in diversi progetti a venire). Nel presentare la nuova sede della Fondazione Prada, Koolhaas fa un preambolo, analizzando alcune opere di Kapoor e Eliasson, e riflettendo su come sia cambiato il mondo dell’arte oggi.
E infine la terza parte dell’incontro, la più divertente, in cui alcuni studenti invitati da Stefano Boeri hanno la possibilità di porre dei quesiti a Koolhaas che continua a rispondere in maniera molto stupita. Inevitabile la tentazione di parlare della Biennale in cui, Koolhaas conferma, non vedremo molta architettura contemporanea, che a suo dire non gode di buona salute al momento. Sarà piuttosto l’occasione per analizzare da un lato la storia delle culture architettoniche nazionali e l’evoluzione degli elementi che le hanno caratterizzate e, dall’altro, di approfondire i legami con altre discipline artistiche.
– Zaira Magliozzi
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