Sabrina Mezzaqui interpreta la Pilotta, insieme ai cittadini di Parma. Un progetto fra memoria storica e arte contemporanea, per indagare il concetto di comunità. Non solo Botero, per fortuna
L’indagine sul senso della “comunità”, nel tempo declinata in diverse forme, torna con forza in questi anni a dominare il dibattuto culturale. Tanti i fattori che continuano a farne un nodo cruciale: l’inquietudine e i fallimenti generati dal fenomeno insidioso della globalizzazione; l’insorgere di vecchi e nuovi fondamentalismi sobillati dalle crisi economiche e dagli stravolgimenti […]
L’indagine sul senso della “comunità”, nel tempo declinata in diverse forme, torna con forza in questi anni a dominare il dibattuto culturale. Tanti i fattori che continuano a farne un nodo cruciale: l’inquietudine e i fallimenti generati dal fenomeno insidioso della globalizzazione; l’insorgere di vecchi e nuovi fondamentalismi sobillati dalle crisi economiche e dagli stravolgimenti geopolitici; lo smarrimento connesso all’uscita dal postmoderno e alla ricerca di una nuova, solida dimensione storica e culturale; l’implosione del sistema capitalistico occidentale, il perdurare dei conflitti, la riscoperta del senso delle radici e del loro potenziale umano, l’acutizzazione del gap tra processi secolari e tensioni spirituali. E, in ultimo – o forse in principio – questo chiedersi, ancora e ancora, in un momento di traumatico passaggio e di perdita di riferimenti, quale sia il posto del singolo nel mondo e come vada ripensato il suo rapporto con l’altro. Il progetto che Sabrina Mezzaqui sta conducendo sul territorio di Parma, muove da tutto questo. E gioca la sua partita all’interno di una piccola comunità, alla ricerca di un legame saldo col proprio tessuto storico e con un patrimonio architettonico straordinario. Il cuore del lavoro è la Pilotta, ampio complesso di edifici incastonato nell’antico centro urbano, tra Piazzale della Pace e il Lungoparma. Ne fanno parte il Teatro Farnese, la Biblioteca Palatina, il Museo Archeologico, la Galleria Nazionale.
Il Palazzo della Pilotta si trasforma così in un laboratorio, una macchina della memoria, epientro di un processo comunitario. Pilotta Contemporanea è allora un progetto civico, pensato nel segno dell’arte, inaugurato da un appello dell’artista alla cittadinanza: “Il Teatro Farnese è lo spazio che vorrei condividere, sin dalla fase di ideazione e progettazione di un’opera, con una comunità cittadina. Ho pensato di rivolgermi a persone che praticano meditazione, perché immagino che coltivino un’attenzione quieta alla realtà e una sensibilità paziente”. Chi risponderà a questa chiamata prenderà parte a un incontro con l’artista e sarà poi invitato alla lettura de “La convivialità” di Ivan Illiche “La politica della bellezza” di James Hillman, punti di partenza per “creare un possibile piano di discussione comune che potrebbe portare alla progettazione di un’opera collettiva per la Pilotta da realizzarsi insieme”. Come sempre la scrittura, al centro della ricerca della Mezzaqui. E come sempre una forte sensibilità per i luoghi e per le relazioni e i sentimenti che vi si condensano intorno. Negli altri spazi della Pilotta un percorso espositivo si snoderà attraverso alcuni punti topici – la Sala dei Giganti, la Stanza della Madonna di San Girolamo del Correggio, un’ala della Biblioteca Palatina – dove troveranno posto, secondo incastri armonici, quaderni, libri, intagli, disegni, foto e video dell’artista.
Il lavoro, che si svolgerà lungo tutto il 2014, nasce su iniziativa de nuovo Soprintendente di Parma e Piacenza, Mariella Utili, già storica direttrice del museo di Capodimonte. Un segnale incoraggiante, che va nel senso di una costruzione culturale, estetica e poetica, partecipata e consapevole; la migliore risposta a iniziative certamente non di ricerca, e affatto raffinate, come la personale di Fernando Botero in corso in questi mesi al Palazzo del Governatore, voluta – non si capisce perchè – dal Sindaco pentastellato Federico Pizzarotti. Quella che si racconta al pubblico come arte contemporanea e che, resta, invece, ingenuo manierismo commerciale, nonchè grave dispersione di risorse per le amministrazioni.
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati