Suicidi ai tempi della crisi. Daria Deflorian e Antonio Tagliarini debuttano al Romaeuropa Festival con lo spettacolo “Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni”

Nuova indagine esistenziale sulla crisi per Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, che – dopo Reality – propongono in prima nazionale al Romaeuropa Festival, dal 7 al 10 novembre, Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni. “Parliamo di instabilità politica, di precarietà economica, di mutamenti sociali”, spiegano. Punto di partenza e sfondo del lavoro sono […]

Nuova indagine esistenziale sulla crisi per Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, che – dopo Reality – propongono in prima nazionale al Romaeuropa Festival, dal 7 al 10 novembre, Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni. Parliamo di instabilità politica, di precarietà economica, di mutamenti sociali”, spiegano. Punto di partenza e sfondo del lavoro sono le pagine iniziali del romanzo L’esattore di Petros Markaris. Nel pieno della crisi economica greca vengono trovate le salme di quattro donne, pensionate, che si sono tolte la vita con barbiturici e vodka: “Abbiamo capito che siamo di peso allo Stato, ai medici, ai farmacisti e a tutta la società. Quindi ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni. Risparmierete sulle nostre quattro pensioni e vivrete meglio”.
Questa decisione è letta, nello spettacolo, come rifiuto della Società della stanchezza, come l’ha definita il filosofo coreano Byung–Chul Han, altra esplicita fonte ispiratrice del lavoro. In Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, alla ormai consolidata coppia Deflorian/Tagliarini si aggiungono in scena Monica Piseddu e Valentino Villa: “Non essere in due ha aperto nuove zone di lavoro, come la disposizione dei corpi nello spazio, la qualità del silenzio e dell’ascolto, la natura del testo. L’attore è chiamato a parlare di sé per trovare il personaggio, e sul palcoscenico nudo e privo di orpelli recita una parte per guardare a se stesso e alla realtà”. Allargando lo sguardo, i due attori/autori chiariscono: “La scena raccontata da Markaris ci ha fatto riflettere sul suicidio non come gesto esistenziale ma come atto politico estremo. Esistono suicidi altruistici? Siamo andati a cercare altri gesti simili nella realtà della Storia. Quello di Jan Palach, che durante la Primavera di Praga nel 1969 si è dato fuoco come atto di protesta contro la censura, e quello del monaco vietnamita Thich Quang Duc, che nel 1963 ha fatto lo stesso gesto per combattere la persecuzione contro la sua religione”.

Michele Pascarella

romaeuropa.net

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Michele Pascarella

Michele Pascarella

Dal 1992 si occupa di teatro contemporaneo e tecniche di narrazione sotto la guida di noti maestri ravennati. Dal 2010 è studioso di arti performative, interessandosi in particolare delle rivoluzioni del Novecento e delle contaminazioni fra le diverse pratiche artistiche.

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