Zaha Hadid sempre al top, anche quando disegna giocattoli. Schizza a 14mila sterline il suo progetto per l’asta benefica da Bonhams: venti designer creano altrettante case per le bambole, raccogliendo fondi per i bambini disabili

Quanto vale una casa disegnata da Zaha Hadid? Siamo sulle 14mila sterline. Poco, pochissimo, niente. Se solo si trattasse di un appartamento a misura d’uomo: siamo invece nel campo della miniatura, con l’artistar logica protagonista dell’asta che ha messo all’incanto a Londra venti case di bambola. Offerte da altrettanti designer in risposta alla chiamata di […]

Quanto vale una casa disegnata da Zaha Hadid? Siamo sulle 14mila sterline. Poco, pochissimo, niente. Se solo si trattasse di un appartamento a misura d’uomo: siamo invece nel campo della miniatura, con l’artistar logica protagonista dell’asta che ha messo all’incanto a Londra venti case di bambola. Offerte da altrettanti designer in risposta alla chiamata di KIDS, associazione benefica che si occupa dai primi Anni Settanta di sostenere progetti contro l’emarginazione sociale deibambini disabili. Causa nobilissima quella che ha azionato i martelletti di Bonhams, raccogliendo in totale 90mila sterline: il rialzo più alto si è avuto – come da previsioni – per This must be the place, riedizione a misura di bambino della maquette che Hadid creò nel 2007 come immagine per una possibile ideale casa del futuro.
Ma a sbizzarrirsi sono stati tutti i creativi che hanno aderito all’iniziativa: mettendosi letteralmente in gioco, mescolando il proprio immaginario infantile con la cifra stilistica che elaborano in fase progettuale. Nasce così l’onirico, effimero e tentacolare albero colorato dello studio Amodels, articolato nell’incrocio tra jet, Cadillac rosa e un Elvis Presley in versione Playmobil; folle e divertente come l’isola piratesca ideata da Morag Myerscough e Luke Morgan. Mette le mani avanti Guy Hollaway: This is not a dolls’ house campeggia sul tetto di una scatola con tetto a falda, monito alla Magritte che nasconde il cuore morbido di una soffice tana in fibra di nylon; gioca sulle suggestioni acustiche l’imponente Sound [Play]ce degli HLM Architects, torre nella quale fare scorrere una piccola sfera in marmo, recependo la risposta sonore data dai diversi materiali da costruzione. C’è chi sceglie per il modulare e il componibile, proponendo eleganti incastri che si prestano a molteplici soluzioni; e chi ancora come lo studio Raad propone, insieme a Lara Apponyi, delicate esperienze multisensoriali. Trapuntando la propria creazione con una versione in alfabeto Braille della storia di Hansel e Gretel.

– Francesco Sala


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Francesco Sala

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Francesco Sala è nato un mesetto dopo la vittoria dei mondiali. Quelli fichi contro la Germania: non quelli ai rigori contro la Francia. Lo ha fatto (nascere) a Voghera, il che lo rende compaesano di Alberto Arbasino, del papà di…

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