Storia dell’Uomo di Cala Rotonda. Il turista inciampa nel reperto archeologico, ma la Soprintendenza dorme. Vandalizzato lo scheletro di Favignana, nell’attesa degli scavi

Il fatto risale alla metà dello scorso agosto, in territorio siculo. Sull’isola di Favignana accadeva che un ignaro turista, a zonzo tra le acque e gli scogli di Cala Rotonda, involontariamente si appoggiava su una parete friabile di calcarenite – roccia clastica, spesso piena di sedimenti fossili – facendone franare un pezzetto. Ed ecco la […]

Il fatto risale alla metà dello scorso agosto, in territorio siculo. Sull’isola di Favignana accadeva che un ignaro turista, a zonzo tra le acque e gli scogli di Cala Rotonda, involontariamente si appoggiava su una parete friabile di calcarenite – roccia clastica, spesso piena di sedimenti fossili – facendone franare un pezzetto. Ed ecco la scoperta. Davanti agli occhi dell’uomo compariva uno scheletro umano, calcificato nella roccia, con il teschio e la colonna vertebrale che sporgevano in bella vista. Un sussulto e poi subito via, ad avvisare le autorità locali.
Intervenne la Soprintendenza di Trapani, coadiuvata da due archeologi romani – Leonardo Di Blasi e la moglie – casualmente di passaggio a Favignana per godersi le vacanze. Zona segnalata con un avviso dei carabinieri e un primo intervento sul campo: nell’attesa dell’arrivo di antropologi ed esperti con incarico ufficiale, i due volontari recuperarono e catalogarono alcuni frammenti ossei – per lo più schegge di costole e di clavicole – trasportandoli presso il museo dell’ ex stabilimento Florio. Quindi, l’annuncio istituzionale: gli scavi sarebbero partiti a breve, già nel mese di settembre, così da estrarre lo scheletro e stabilirne la datazione esatta. L’ipotesi era quella di un esemplare del Neolitico o dell’Età del bronzo, come in altri casi registrati sulle isole Egadi. Ma in fatto di lentezza burocratica e inefficienza amministrativa si resta dei campioni assoluti. Nessuno scavo naturalmente è mai iniziato e tutto è rimasto com’era, alla mercé di passanti, curiosi ed intemperie.

Cala Rotonda, Favignana - il sito sotto sequestro

Cala Rotonda, Favignana – il sito sotto sequestro

In questi giorni giunge così la denuncia di Legambiente: “Oggi quello che è accaduto è sotto i nostri occhi: lo scheletro è andato distrutto e le parti rimaste sono irrimediabilmente danneggiate da vandali“. Come da copione. Dopo quattro mesi esatti, la fortunata scoperta si è tramutata nel solito pasticcio. Quello che era stato già soprannominato “l’uomo di Cala Rotonda” è diventato il bersaglio di qualche rozzo delinquente con l’hobby dello sfregio.
Duplici le colpe: “Da una parte la Soprintendenza che non ha protetto il bene archeologico ritrovato nell’isola”, ha dichiarato Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia, “dall’altra l’atto vandalico, ci dimostrano quanta strada dobbiamo ancora percorrere per salvare il nostro patrimonio archeologico e naturale”. Ma se l’esistenza di sciocchi individui dediti all’oltraggio di beni e spazi pubblici è cosa antica e difficile da arginare,  non dovrebbe essere troppo complesso, da parte dalle autorità preposte, gestire casi come questo con rigore e massima solerzia. Lasciare per mesi incustodito un ritrovamento di qualche millennio fa, ritardando l’inizio degli scavi, la messa in sicurezza e la datazione del reperto emerso, che tipo di atteggiamento è? Come si suol dire: il colpaccio, al vandalo, lo hanno servito su un piatto d’argento. E in fondo è storia vecchia. Storia, paesaggio, cultura: farne strumento di valorizzazione del territorio, di economia e di prestigio internazionale, è una sfida che in Italia appare titanica. Addirittura utopica, in Sicilia.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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