500 giovani per la Cultura? 500 No al Mibact. A Roma va in scena la protesta contro il bando firmato Bray che ha indignato giovani professionisti e studiosi: ecco immagini e dichiarazioni a caldo
Alla fine è accaduto. È accaduto per più generazioni di professionisti dei Beni Culturali, è accaduto per gli Archeologi, gli Architetti, gli Archivisti, i Bibliotecari, i Diagnosti, gli Ingegneri, i Demoetnoantropologi e gli Storici dell’Arte; è accaduto proprio al cospetto del possente colonnato del Pantheon. Dopo mesi di malessere, emerso dalla pubblicazione dello scandaloso bando […]
Alla fine è accaduto. È accaduto per più generazioni di professionisti dei Beni Culturali, è accaduto per gli Archeologi, gli Architetti, gli Archivisti, i Bibliotecari, i Diagnosti, gli Ingegneri, i Demoetnoantropologi e gli Storici dell’Arte; è accaduto proprio al cospetto del possente colonnato del Pantheon. Dopo mesi di malessere, emerso dalla pubblicazione dello scandaloso bando governativo nominato 500 giovani per la Cultura, che prevede uno stage formativo di 12 mesi per 500 laureati under 35 presso gli istituti, siti e musei statali con un compenso lordo annuo di 5mila euro, è accaduto che questa mattina in piazza della Rotonda si è svolta la Manifestazione Nazionale 500 NO AL MiBACT. La civile e composta protesta, promossa dall’Associazione Nazionale Archeologi presieduta da Salvo Barrano e condivisa da altre associazioni del settore, ha innescato uno scatto dignitoso da parte di quanti nel mondo dei Beni Culturali hanno investito ed investono in formazione, professionalità e ricerca per sostenere con forza quelle precarie colonne che sono alla base della nostra civiltà e della nostra cultura.
A manifestazione iniziata abbiamo raggiunto Barrano, che in merito alla riformulazione del bando da parte del Ministro Massimo Bray ha specificato che “il ministro in parte ha accolto le nostre osservazioni perché ha dovuto modificare nottetempo i termini del bando, probabilmente per mettersi al riparo dai profili di più chiara illegittimità che avrebbero comportato un ricorso e quindi l’annullamento del bando”. Inoltre, continua Barrano, “noi chiediamo il riconoscimento immediato delle professionalità attraverso l’approvazione di una proposta di legge che è già in esame alla camera da qualche settimana, in secondo luogo un incremento del personale attraverso bando di concorso pubblico per i profili tecnico-scientifici di cui il ministero ha necessità, e in terzo luogo, invece, la riscrittura del bando ‘500 giovani per la Cultura’ non deve prevedere maggiori risorse per la formazione, perché l’offerta formativa in Italia è satura, ma piuttosto lavoro vero, autonomo o pubblico e non sub-occupazione”.
Infine alla domanda riguardante la natura politica o pubblico-amministrativa del problema che ruota all’ormai noto bando, Barrano risponde: “Il problema delle risorse è sia politico, poichè queste non mancano e basta vedere i bilanci pluri milionari della società in house Ales o della società Arcus del Ministero, che tecnico, perché il corpo è debole da un punto di vista amministrativo ed inaccettabile da un punto di vista politico”.
– Giuseppe Arnesano
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati