Ma perché tanti sentono il bisogno di vandalizzare le opere di Banksy? È successo con due graffiti a Park City, la città USA del Sundance Film Festival
Ormai sembra diventata una nuova fattispecie creativa: esprimere qualcosa vandalizzando i graffiti di Banksy. È il destino del misterioso streetartist inglese: essere sempre al centro dell’attenzione, in origine per le sue ardite “incursioni”, poi per i progetti sempre accompagnati da adeguati battage comunicativi – vedi il recente mese di “residenza” newyorkese -, sempre più spesso […]
Ormai sembra diventata una nuova fattispecie creativa: esprimere qualcosa vandalizzando i graffiti di Banksy. È il destino del misterioso streetartist inglese: essere sempre al centro dell’attenzione, in origine per le sue ardite “incursioni”, poi per i progetti sempre accompagnati da adeguati battage comunicativi – vedi il recente mese di “residenza” newyorkese -, sempre più spesso per l’accanimento iconoclasta verso i suoi murales.
L’ultimo caso noto risale alla notte di capodanno, scenario quello di Park City, città USA nota per ospitare il Sundance Film Festival. Oggetto due graffiti, “misteriosamente” apparsi nel 2010, proprio nei giorni in cui si svolgeva il festival, che quell’anno vedeva ospite Banksy con il suo documentario Exit Through the Gift Shop. Uno dei murali, raffigurante un ragazzo con un alone rosa e ali d’angelo inginocchiato in preghiera dietro un barattolo di vernice rosa, è stato trovato coperto di vernice spray marrone, con il rivestimento protettivo completamente infranto. Sul secondo dipinto, che raffigura un cameraman chinato a girare un video di un fiore, i danni si sono limitati alla distruzione della teca.
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