Sensing Spaces, reimmaginare l’architettura. Alla Royal Academy di Londra una mostra racconta lo spazio attraverso l’avventura dei sensi
Inaugura alla Royal Academy of Arts di Londra la mostra Sensing Spaces: Architecture Reimagined, curata dalla giovane Kate Goodwin, che dopo un lungo lavoro di selezione ha chiesto a sette studi di ripensare lo spazio delle gallerie, attraverso istallazioni capaci di stimolare i sensi e la memoria dei visitatori. “L’ architettura è il sottofondo sempre presente […]
Inaugura alla Royal Academy of Arts di Londra la mostra Sensing Spaces: Architecture Reimagined, curata dalla giovane Kate Goodwin, che dopo un lungo lavoro di selezione ha chiesto a sette studi di ripensare lo spazio delle gallerie, attraverso istallazioni capaci di stimolare i sensi e la memoria dei visitatori. “L’ architettura è il sottofondo sempre presente della nostre vite – afferma la curatrice – e spesso non ci rendiamo conto dell’impatto che ha. Abbiamo sfidato gli architetti a creare un’esperienza che ecciti i sensi e stimoli l’immaginazione. Ci auguriamo di trasformare il vostro modo di pensare gli spazi che vi circondano e il modo in cui vi fanno sentire”.
Coinvolti nomi più o meno noti dell’ establishment architettonico internazionale, selezionati per i loro approcci eterogenei alla disciplina, sempre caratterizzati da una forte relazione col contesto: i Grafton Architects (Irlanda), Diébédo Francis Kéré (Germania/Burkina Faso), Kengo Kuma (Giappone), Li Xiaodong (Cina), Pezo Von Ellrichshausen (Cile), Edoardo Souto de Moura e Álvaro Siza (Portogallo). A tutti è stato chiesto di esplorare gli elementi essenziali dell’architettura creando istallazioni site – specific che coinvolgano il fruitore grazie all’utilizzo di ambienti, trame tattili, suoni e persino profumi.
La struttura monumentale di Pezo von Ellrichshausen, che occupa la più ampia delle gallerie, rappresenta una sfida per il comune senso della prospettiva, mentre si ispira a un Ko-do – la cerimonia giapponese dell’olfatto – l’opera di Kuma, che mette in evidenza l’importanza del profumo; e se Kéré invita i visitatori ad interagire fisicamente con il tessuto del suo tunnel, il labirinto ideato da Li Xiaodong crea un senso di compressione in contrasto con l’esplorazione della luce voluta dai Grafton. Le installazioni di Siza e Souto de Moura incoraggiano infine i visitatori a considerare meglio e più da vicino la storia architettonica dell’edificio.
Un documentario, appositamente commissionato dalla Goodwin, completa il progetto: attraverso immagini e interviste vengono approfonditi i profili e le personalità degli architetti, insieme ai progetti e i lavori realizzati in precedenza.
– Giulia Mura
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