Artisti italiani nel mondo. Rio De Janeiro celebra Lucio Salvatore e la sua “Riduzione spaziale”. Ospite anche di Jo Soares, il Letterman dell’America Latina, l’artista si racconta ad Artribune
Per la serie italiani all’estero, ecco un altro connazionale che ha deciso di stabilirsi in un un Paese lontano e ne ha tratto grande beneficio. Con una carriera sbocciata nella fotografia accanto a firme del calibro di Juergen Teller e orientata poi verso la pittura e la scultura, Lucio Salvatore, globe trotter e frequentatore del […]
Per la serie italiani all’estero, ecco un altro connazionale che ha deciso di stabilirsi in un un Paese lontano e ne ha tratto grande beneficio.
Con una carriera sbocciata nella fotografia accanto a firme del calibro di Juergen Teller e orientata poi verso la pittura e la scultura, Lucio Salvatore, globe trotter e frequentatore del jet set internazionale, approda con una mostra a Rio de Janeiro nel prestigioso Centro Cultural Correios, che ha ospitato artisti come Cai Quo Quiang e dove contemporaneamente espongono la giapponese Tomie Otake e il brasiliano Cildo Meirelles. “Rio”, racconta l’artista, “è in piena effervescenza culturale, con il lancio di nuovi musei (il MAR su tutti) e di scuole d’arte come la Parque Lage dove si stanno formando le ultime generazioni di artisti (vedi Beatriz Milhazes) sotto la guida del professor Charles Watson e dei critici e curatori Fernando Cocchiaral e Paulo Herkenhoff.”
Il progetto di Salvatore si intitola Riduzione Spaziale e, attraverso un processo di riproduzione della facciata di pietra di una cava di marmo italiano, riflette sul valore delle basi strutturali della civiltà moderna. Riduzione indica la trasposizione fisica del muro sulla superficie piana della tela. Una sorta di regressione all’immanenza spaziale che l’artista dichiara opposta alla trascendenza ricercata da artisti come Lucio Fontana. Dall’impossibilità di misurare il rapporto tra risorse, consumi ed energia, consegue la relatività del concetto di sostenibilità. Con la pietra ereditata dal pianeta costruiamo il nostro mondo e le cave sono un luogo significativo da dove poter osservare l’origine del processo.
Fonte della materia utilizzata per costruire strade, edifici e una varietà di altri prodotti, il loro vuoto è la misura fisica dello sfruttamento delle risorse. Si può calcolare quante pietre devono essere estratte e ridotte in sabbia per costruire 100 km di strade – la quantità di energia necessaria per la realizzazione dell’intero procedimento – ma non si può calcolare l’energia a catena infinita di significati generati attraverso l’uso di questi 100 km di strade. “Nulla è fisicamente sostenibile nella nostra evoluzione sociale, economica e tecnologica: la prospettiva della crescita demografica attuale, la limitata disponibilità di risorse e l’aumento del consumo di energia. Sostenibile è la capacità umana di creare soluzioni alternative, energia e conoscenze per la rigenerazione della vita“.
L’ultima mostra di Lucio Salvatore si intitolava Fenomenologia della Memoria (Mube, San Paulo, 2011), una serie di opere dipinte con sangue umano che aveva fatto scalpore portandosi come strascico un polverone di polemiche.
– Federica Polidoro
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