Bergamo tra antico e contemporaneo: fotogallery dalla opening night che ha visto Ferrario Frères protagonista all’Ex Oratorio di San Lupo. Mentre Giacinto Di Pietrantonio, alla GAMeC, tira fuori i gioielli di famiglia…
Da queste parti l’hanno presa sul serio l’immagine dei nani sulle spalle dei giganti. Ed è così che la massima di Bernardo di Chartres – o dei fratelli Gallagher, se vogliamo stare nel prosaico spiccio – ispira e suggestiona l’intera programmazione annuale di un museo che in innerva in modo viscerale con la città che […]
Da queste parti l’hanno presa sul serio l’immagine dei nani sulle spalle dei giganti. Ed è così che la massima di Bernardo di Chartres – o dei fratelli Gallagher, se vogliamo stare nel prosaico spiccio – ispira e suggestiona l’intera programmazione annuale di un museo che in innerva in modo viscerale con la città che lo ospita. Bergamo. Attenta nell’elaborare strategie magari non sempre comuni e concordate, ma comunque mai del tutto estranee. È una mostra programmatica quella che Giacinto Di Pietrantonio orchestra nelle sale della “sua” GAMeC, creando un dialogo pulito e chiarissimo tra la suggestione del passato e la memoria del contemporaneo. Tirando fuori i pezzi da libro di storia, con la Venere degli stracci e L’etrusco di Pistoletto che occhieggiano tra pezzi di (vera) arte antiquaria e opere di Giulio Paolini; con le maschere di Alfredo Pirri a offrire suggestioni dionisiache per una mostra che si apre, programmatica, con la documentazione video delle statuarie modelle di Vanessa Beecroft in performance a Palermo. Primo tassello di un calendario che nei prossimi mesi vedrà i tableaux di Luigi Ontani, con pezzi inediti pensati per l’occasione, e le archeologie post-moderne di Robert Overby; fino ad arrivare al progetto che vedrà il giovane Sam Korman, vincitore dell’ultima edizione del Premio Bonaldi, curare una mostra ispirata alla figura dell’esploratore bergamasco che nell’Ottocento scoprì le radici del Mississippi.
E siccome niente avviene per caso, la GAMeC si lega grazie alla partnership con il Museo Diocesano all’installazione firmata da Ferrario Frères nel vicino splendido Ex Oratorio di San Lupo. Con le sue Trans/figurazioni a trasportare nella quotidianità del presente L’atelier dell’artista di Courbet.
– Francesco Sala
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