Bit 2014: lo straniero (forse) ci salverà! Il turismo estero sale del 12% in quattro anni, calano negli ultimi dodici mesi i viaggiatori italiani. E per la prima volta dal ’58 nelle nostre città ci sono più visitatori “forestieri” che locali
Ristoranti e alberghi pieni? Impossibile prenotare un posto su un aereo? Miraggi che restano legati alla celeberrima boutade con cui Berlusconi tentò un paio di anni fa la macumba anti-crisi. Il clima non è dei più esaltanti alla Bit, la Borsa internazionale del turismo in scena fino a domenica 16 febbraio alla Fiera di Rho, […]
Ristoranti e alberghi pieni? Impossibile prenotare un posto su un aereo? Miraggi che restano legati alla celeberrima boutade con cui Berlusconi tentò un paio di anni fa la macumba anti-crisi. Il clima non è dei più esaltanti alla Bit, la Borsa internazionale del turismo in scena fino a domenica 16 febbraio alla Fiera di Rho, piattaforma che mette a confronto i diversi operatori di un settore che – secondo il World Travel and Tourism Council – incide sul nostro PIL per una cifra superiore al 9%.
Su cui pesa in maniera sempre inferiore il mercato interno: ci muoviamo meno, spendiamo di conseguenza e – se possibile – lo facciamo all’estero. Cala del 12,2% il numero di italiani che ha fatto vacanze nei primi sei mesi del 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il che si traduce in 3 milioni di persone rimaste a casa; non arriva a 27 milioni la quantità di italiani che hanno scelto come meta il Bel Paese (-3%), sale di una cifra prossima al 15% quello di chi invece ha messo mano al passaporto (parliamo di circa 10milioni di turisti). In termini assoluti, guardando ai numeri dell’ISTAT relativi ai primi dieci mesi dell’anno passato, il calo in termini generali segna il 4,3% alla voce arrivi e il 4,4 a quella delle presenze.
Situazione solo in parte mitigata dal tradizionale affetto che i viaggiatori stranieri nutrono per casa nostra: dal 2008 al 2012 è salito del 12% il numero di turisti provenienti dall’estero, con il sorpasso storico – l’ultima volta era stato registrato nel 1958 – che vede più della metà dei turisti che scorrazzano per la penisola parlare una lingua diversa dall’italiano. Sale in modo esplosivo, sia nelle attenzioni degli stranieri che di quelle italiche, l’appeal esercitato dalle città d’arte: l’Osservatorio Nazionale del Turismo le indica come preferenza per oltre due viaggiatori su tre; con Lazio e Lombardia a scalzare la Toscana dal primo posto tra le regioni più visitate.
– Francesco Sala
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