Come non detto: i Mirò dello Stato portoghese si vendono. Dopo l’annullamento dell’asta da Christie’s Londra, il governo torna alla carica: a giugno l’atto finale
Lo scorso 4 febbraio, a poche ore dall’asta, Christie’s aveva annunciato il ritiro delle 85 opere di Joan Mirò provenienti dal governo portoghese, messe in vendita per rifocillare le traballanti casse dello Stato. Ora un nuovo colpo di scena: in questi giorni, infatti, Parvalorem, la compagnia statale incaricata a ridurre il debito del Banco Portugues […]
Lo scorso 4 febbraio, a poche ore dall’asta, Christie’s aveva annunciato il ritiro delle 85 opere di Joan Mirò provenienti dal governo portoghese, messe in vendita per rifocillare le traballanti casse dello Stato. Ora un nuovo colpo di scena: in questi giorni, infatti, Parvalorem, la compagnia statale incaricata a ridurre il debito del Banco Portugues de Negocios – la banca portoghese confiscata dallo Stato nel 2008 – ha annunciato che l’asta si farà, a giugno per l’esattezza.
La messa in vendita di questa eccezionale collezione del maestro catalano, stimata 30 milioni di sterline, aveva fin da subito suscitato la reazione di politici e operatori culturali, che vedevano in questa operazione una grave perdita per il patrimonio portoghese. A partire da gennaio infatti, era stata lanciata una petizione per fermare l’uscita delle opere dal Paese, e ai primi di febbraio il Partito Socialista aveva presentato un’istanza cautelare come ultimo tentativo di bloccare la vendita.
La mattina del 4 febbraio, data dell’asta, un tribunale amministrativo di Lisbona aveva rifiutato di fermare l’asta, ma a poche ore dall’inizio era stata la stessa Christie’s a decidere di tirarsi indietro affermando che “le incertezze legali originate da questa disputa non ci permettono di garantire condizioni di massima sicurezza per l’epilogo della vendita“.
– Martina Gambillara
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