Grandi restauri per il Grand Palais. E la commessa da 130 milioni se la aggiudica uno studio mezzo italiano: Lan, ovvero Umberto Napolitano e Benoit Jallon
Uno dei monumenti più importanti della storia di Francia – costruito nel 1900 per l’Esposizione Universale e “Monument consacré par la République à la gloire de l’art français” – sarà oggetto di un nuovo progetto. Fino agli anni 2000, per oltre 10 anni, la grande navata centrale, dalla caratteristica copertura a volta vetrata, era rimasta […]
Uno dei monumenti più importanti della storia di Francia – costruito nel 1900 per l’Esposizione Universale e “Monument consacré par la République à la gloire de l’art français” – sarà oggetto di un nuovo progetto. Fino agli anni 2000, per oltre 10 anni, la grande navata centrale, dalla caratteristica copertura a volta vetrata, era rimasta chiusa a causa di problemi strutturali. Una serie di lavori di restauro, che durano ancora oggi, hanno cercato di ridare splendore al monumentale complesso. L’ultimo passaggio di questo lungo processo è il concorso internazionale lanciato a maggio dello scorso anno. Tre le fasi che, a novembre, hanno visto arrivare in finale quattro studi: i norvegesi Snøhetta con i francesi Search, Duthilleul associato con Arep, LAN, insieme a Mathieu Lehanneur e l’atelier Philippe Madec con il Laboratoire Intégral Ruedi Baur. Ad aggiudicarsi la vittoria è lo studio italo-francese LAN che sul proprio sito ha commentato “We did it!”. Il progetto è stato ritenuto meritevole di vittoria “per il rispetto nei confronti del monumento storico e per la qualità e modernità dell’organizzazione generale che permetteranno la valorizzazione del Grand Palais” ha confermato Aurélie Filippetti, ministro francese della Cultura e della Communicazione.
Quali saranno gli spazi oggetto di restauro da riorganizzare? La serie di volumetrie delle gallerie a ridosso della navata centrale, l’unità della costruzione in generale e l’illuminazione. È il progetto dell’anno in Francia, anche per l’impegno economico che verrà completamente sostenuto dalle casse pubbliche: 130 milioni di euro. E a occuparsene è uno degli studi più interessanti sul piano internazionale. Fondato nel 2002 dall’italiano Umberto Napolitano (classe ’75) e dal francese Benoit Jallon (classe ’72), lo studio, soprattutto in Francia, ha collezionato una commessa dopo l’altra, come l’archivio EDF nelle campagne di Bure-Saudron, le residenze per studenti a Parigi e la palestra comunale a Chelles. Tutti esempi di buona architettura caratterizzata da eleganza, rigore formale, equilibrio e rispetto creativo dell’esistente.
– Zaira Magliozzi
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