Ecco Fundamentals, la Biennale Architettura di Venezia secondo Rem Koolhaas. L’archistar presenta la sua mostra: un ritorno alle origini dell’architettura, e alle Corderie un grande focus sull’italia
A poco più di un anno dalla nomina, Rem Koolhaas racconta i dettagli della sua Biennale. Si è tenuta oggi la presentazione della quattordicesima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia curata dall’olandese dal titolo Fundamentals. Tre gli elementi che comporranno questa edizione: il Padiglione centrale ospiterà la mostra “Elements of Architecture”, le Corderie dell’Arsenale saranno […]
A poco più di un anno dalla nomina, Rem Koolhaas racconta i dettagli della sua Biennale. Si è tenuta oggi la presentazione della quattordicesima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia curata dall’olandese dal titolo Fundamentals. Tre gli elementi che comporranno questa edizione: il Padiglione centrale ospiterà la mostra “Elements of Architecture”, le Corderie dell’Arsenale saranno la sede di “Monditalia” e i padiglioni nazionali saranno accomunati dal tema “Absorbing Modernity: 1914-2014”. Molte le novità di un’edizione densa e corposa. Prima di tutto la durata. La mostra durerà ben sei mesi – invece che tre – con l’anticipazione dell’opening a giugno (7 giugno – 23 novembre). Secondo: l’indicazione di un tema comune che tutti i Padiglioni nazionali dovranno seguire. In questo modo questi “saranno parte integrante del progetto complessivo che si presenta per la prima volta come un unicum”, ha affermato Paolo Baratta. A differenza degli altri anni, in cui era consuetudine lasciare le singole Nazioni decidere sui contenuti, in questa edizione il tema sarà lo stesso: “Absorbing Modernity: 1914-2014”. Un invito a raccontare un’unica storia, un modo per guardare al microscopio il processo che negli ultimi 100 anni ha portato, secondo il fondatore dello studio Oma, a una “omogeneizzazione dei linguaggi e all’abbandono delle proprie identità”.
Cosa dobbiamo aspettarci dai Padiglioni nazionali? Koolhaas racconta: “prima di tutto sarà evidente il legame tra architettura e politica. Poi, una cosa che vedremo di più rispetto alle altre Biennali, è l’importanza del viaggio come routine per l’architetto contemporaneo. Uno degli aspetti cruciali dell’architettura oggi è la collaborazione che permette a un architetto di essere invitato a lavorare in un Paese con cultura e usanze completamente diverse dalle sue”. E le archi-star? Finora sembrano essere state escluse, come conferma lo stesso olandese che ha già avuto modo di guardare le proposte dei singoli padiglioni nazionali. Terza novità: non solo architettura. Quest’anno nelle Corderie ci sarà spazio anche per le altre anime della Biennale: la danza, il cinema, la musica e il teatro. Un’opera congiunta, come l’ha definita Koolhaas, per raccontare da vicino un caso emblematico a rappresentare ciò che sta succedendo nel mondo. E il caso emblematico sarà proprio l’Italia che verrà “scannerizzata” per essere analizzata in tutto il percorso delle Corderie dell’Arsenale. Qui, la mostra “Monditalia” rappresenterà le realtà regionali tramite diversi punti di vista tra cui quelli delle altre discipline, il cinema su tutte, che spesso ne hanno dato un’interpretazione più interessante, per “guardare in modo collettivo a ciò che l’Italia è”, spiega Koolhaas. E infine l’ultimo componente del complesso sistema espositivo: il Padiglione centrale con “Elements of Architecture”. Una mostra enciclopedica che esaminerà gli elementi base dell’architettura (porte, finestre, pavimenti, facciate, scale) analizzando l’evoluzione e l’impatto che questi hanno avuto nella storia dei singoli Paesi. Forse la parte più significativa dell’intera Biennale che ha l’obiettivo di tornare alle origini, riprendere il processo di alfabetizzazione e ricostruire così i principi dell’architettura. Un grande strumento, a disposizione di tutti, per ricominciare da capo.
E il titolo “Fundamentals”, come legherà tutte queste parti apparentemente sconnesse tra loro? “Sono partito da una riflessione. Guardando le ultime Biennali non sono convinto che l’architettura sia in una forma fenomenale. Quando mi è stato proposto di curare questa edizione ho accettato a due condizioni: di avere più tempo per prepararla – e ho avuto quasi due anni – e di basarla sulla ricerca. Questa sarà una Biennale che guarda al passato, al presente, che si proietta al futuro. E che non si legherà alle discussioni in corso nel mondo dell’architettura”. Una Biennale che si appresta a raggiungere dimensioni sempre più importanti. Per la prima volta il numero dei Paesi partecipanti è salito da 55 a 65, di cui 11 presenti per la prima volta: Azerbaijan, Costa d’Avorio, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Emirati Arabi, Indonesia, Kenya, Marocco, Mozambico, Nuova Zelanda e Turchia. Mentre tra gli eventi extra, che negli ultimi anni si sono notevolmente moltiplicati, è stata da poco annunciata l’importante mostra che la Fondazione Prada presenterà nella sua sede veneziana di Ca’ Corner della Regina: “Art or Sound”, a cura di Germano Celant, opening 4-6 Giugno.
– Zaira Magliozzi
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