Ecco perché chiudo la mia galleria. Parla Masha Facchini che a Verona dopo otto anni abbassa la saracinesca di FaMa Gallery
Fra annunci di riprese e ripresine, fra cambi dell’assetto politico ai quali ci sforziamo di dare credito, il trend negativo per l’economia e in generale per il benessere italiano non accenna a mutare direzione. E questo si ripercuote anche su quanto ruota attorno al mondo dell’arte, con problemi che in certi momenti subiscono brusche accelerazioni, […]
Fra annunci di riprese e ripresine, fra cambi dell’assetto politico ai quali ci sforziamo di dare credito, il trend negativo per l’economia e in generale per il benessere italiano non accenna a mutare direzione. E questo si ripercuote anche su quanto ruota attorno al mondo dell’arte, con problemi che in certi momenti subiscono brusche accelerazioni, in altri momenti sembrano concedere un po’ di respiro, ma di fondo restano in tutta la loro gravità.
L’ultima triste notizia arriva da Verona, veicolata da una lettera accorata dalla quale traspira tutto l’amore per un lavoro che ormai in certi casi diventa difficile da sostenere. La scrive Masha Facchini, che annuncia che – “dopo una scelta valutata in profondità e maturata a seguito di numerose riflessioni” – ha deciso di chiudere l’attività della FaMa Gallery. di cui da otto anni era direttrice, con il precedente di Byblos Gallery. In una città dove apparentemente l’artworld gode di buona salute, a cominciare dai nuovi progetti a Palazzo della Gran Guardia fino ai buoni risultati della fiera ArtVerona. “Il cambiamento è trasformazione, evoluzione, movimento, superamento della staticità. Per questo non mi spaventa e sono, anzi, pronta a rimettermi in gioco, piena di energia e nuovi stimoli”.
Chiude per fare cosa? Come spesso accade in questi casi, la frattura è dolorosa, e difficilmente consente di avere idee ben delineate. “La passione rimane e resterà in me per sempre e, anche per questo, la mia competenza e professionalità sono da subito a disposizione di chi avrà bisogno della mia consulenza e per eventuali collaborazioni con gallerie ed istituzioni. Tuttavia la mia strada prosegue altrove, verso nuovi progetti”.
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