Fabio Cavallucci nuovo Direttore del Pecci e Vittorio Sgarbi Alto Commissario per le Arti del Comune di Prato. Questo lo scenario che dovremmo avere tra circa una settimana. Al netto di nuovi colpi di scena
Giochi praticamente fatti per il Pecci di Prato. Nessuna dichiarazione ufficiale, ma tra indiscrezioni e interviste a sorpresa, il quadro è ormai chiaro. Il tutto si sarebbe concluso lo scorso 10 marzo, con una decisiva stretta sul nome del direttore durante un rovente Cda: nome ancora non annunciato, ma da nostre fonti interne – che […]
Giochi praticamente fatti per il Pecci di Prato. Nessuna dichiarazione ufficiale, ma tra indiscrezioni e interviste a sorpresa, il quadro è ormai chiaro. Il tutto si sarebbe concluso lo scorso 10 marzo, con una decisiva stretta sul nome del direttore durante un rovente Cda: nome ancora non annunciato, ma da nostre fonti interne – che possiamo dare per certe – corrispondente a quello di Fabio Cavallucci, tra i super preferiti insieme ad Alberto Salvadori, come da noi preannunciato giorni addietro. E’ dunque l’ex direttore della Civica di Trento e attuale direttore del Castello Ujazdowski di Vrsavia, il prescelto tra i 36 candidati, in attesa della proclamazione ufficiale.
Tutto perduto dunque per Vittorio Sgarbi? Affatto. Un altro incarico sarebbe infatti in arrivo per lui, e non certo una roba di second’ordine. Il contratto che l’amministrazione comunale starebbe per sottoporgli, come emerso dall’intervista rilasciata oggi dal critico ferrarese a Controradio, è infatti ancora più di peso e di prestigio. La definizione, addirittura, se la sarebbe scelta lui stesso: “Alto Commissario per le Arti”, con delega alla gestione di tutti i musei e tutte le attività culturali di Prato.
Che Roberto Cenni volesse lavorare in direzione di un raccordo tra le varie sedi istituzionali cittadine, con una programmazione uniforme e coordinata, ce lo aveva raccontato lui stesso, nell’ultima intervista rilasciataci una decina di giorni fa. E, probabilmente, già allora le trattative con Sgarbi erano in corso. Ad oggi, però, smentisce a metà, dichiarando che la cosa non ha ancora “niente di concreto”. Come la mettiamo? “Impossibile”, ci risponde piccato Sgarbi, quando lo raggiungiamo al telefono: “Cenni ha parlato con i miei uomini, poiché io non lo sento dal giorno delle polemiche, e abbiamo tutto documentato. La cosa è già molto avanti e stiamo per firmare”.
L’incarico, però, non andrebbe assolutamente letto come “consolatorio”. Un punto su cui Sgarbi è molto chiaro: “Che boccino me e mi diano una consolazione è inammissibile, non sono disposto ad accettarlo. Per il semplice fatto che nessuno dei candidati può vantare i titoli che ho io. E così come ho ritenuto inadeguati al giudizio i tre membri della prima commissione – n.d.r. Patrizia Asproni, Fabio Gori e Pier Luigi Sacco – altrettanto direi di quelli del Cda del Museo, qualora dovessero scartarmi. Non ha senso, non è giustificabile”. E allora? Se, come è ormai certo, la direzione va a Fabio Cavallucci? “Niente, non può essere considerata una bocciatura, per un fatto di superiorità oggettiva. Dunque, prima nominino me come Alto Commissario, poi se vogliono mettere un direttore/custode al Pecci facciano pure. Più di un custode, a quel punto, non potrà essere”. ‘Custode’ è il termine che aveva usato anche stamattina in radio e che ci ribadisce, con ironia pungente. Aggiungendo: “Se sono io che rinuncio, perché trovo più adatta un’altra offerta, quale questa fattami da Cenni e ritenuta da me valida, è un conto. Ma che questi pensino di bocciarmi, andando incontro a beghe e denunce al Tar, mi pare folle. Ho dato l’ok, dopo una lunga trattativa col sindaco e adesso attendo il contratto”. Tempistiche? “Sette-otto giorni”, ci dice. Per allora dovrebbe esserci la sua nomina e poi – solo poi – l’annuncio del direttore del museo.
Ma come lavoreranno, fianco a fianco, commissario e direttore, in un clima di tale tensione e con premesse così roventi? “Non è un problema, figuriamoci. Mi occuperò di tutti i musei di Prato e potrò usare anche il Pecci – al di là delle sue attività ordinarie – per proporre un paio di grosse mostre all’anno. Mi basterà trovare un finanziamento di un milione di euro, che certamente il direttore non avrà, e non ci sarà alcun problema. È vero che sono tempi di crisi, ma io sempre trovato soldi. E i troverò anche per il Pecci”. Una promessa? Una sfida? Certo l’aria che tira non è delle migliori. E a complicare tutto ci si mettono anche le imminenti elezioni comunali, fissate per il prossimo 25 maggio. Agguerritissimo e – pare – con buone chance è il giovane candidato a sindaco Matteo Biffoni, deputato Pd e renziano della prima ora, mentre ancora non scioglie le riserve sulla sua ricandidatura Roberto Cenni, sul fronte Forza Italia/Udc. Ma in entrambi i casi Sgarbi si dice sereno: “Se dovesse vincere il candidato del Pd? Beh, i miei rapporti con Renzi sono talmente positivi…”.
Adesso non c’è che da attendere i tempi per i disbrighi contrattuali e le comunicazioni ufficiali. E al netto di smentite e ulteriori colpi di scena, a giorni avremo l’Alto Commissario, oltre al Direttore. Ecco perché, probabilmente, da quel Cda del 10 marzo non è ancora venuto fuori un comunicato con un nome scritto a chiare lettere: va al contempo risolto il nodo Sgarbi. Con i modi giusti e i giusti incastri. Evitando l’effetto “premio di consolazione”, per carità.
Helga Marsala
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