Idea Finesettimana. Opening multiplo per il veneziano Palazzo Fortuny. Cinque mostre al feminile, tra cui la retrospettiva su Dora Maar, fotografa e musa di Picasso
Weekend in Laguna, tutto dedicato alla meravigliosa architettura gotica di Palazzo Fortuny, dove ha sede la casa-museo dedicata al grande Mariano Fortuny e dove si sono avvicendate, in questi anni, alcune tra le mostre più belle e colte realizzate a Venezia. Sono cinque, stavolta, i progetti espositivi che inaugurano in contemporanea fra i vari piani dell’edificio: cinque […]
Weekend in Laguna, tutto dedicato alla meravigliosa architettura gotica di Palazzo Fortuny, dove ha sede la casa-museo dedicata al grande Mariano Fortuny e dove si sono avvicendate, in questi anni, alcune tra le mostre più belle e colte realizzate a Venezia. Sono cinque, stavolta, i progetti espositivi che inaugurano in contemporanea fra i vari piani dell’edificio: cinque opening, tutti al femminile, che consigliamo a chi si troverà in zona.
Si comincia con la prima mostra in Italia dedicata a Henriette Theodora Markovitch, meglio nota come Dora Maar (Parigi, 1907-1997), ricordata soprattutto come amante e musa di Picasso: bellissima, dalla personalità complessa, tormentata, enigmatica, Dora fu amata e poi abbandonata dal grande pittore spagnolo, al punto da scivolare nella pazzia e nell’isolamento per il trauma della separazione. Meno conosciuta, rispetto alle sue vicende personali, è la produzione artistica, che la vide sensibile e talentuosa fotografa; la mostra, che ha il merito di riportare l’attenzione su una figura intensa ma non abbastanza celebrata, mette insieme un centinaio di opere, tra cui alcune inedite, arrivate da musei e collezioni private. Il progetto “Dora Maar – nonostante Picasso” è promosso dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.
Quindi, un passaggio nella contemporaneità, con gi altri tre eventi in calendario, anche questi fissati per venerdì 7 marzo. Barbara Paganin, artista veneziana, classe 1961, per la prima volta utilizza degli objets trouvés, tracce di un tempo recuperato, nostalgicamente, battendo a tappeto le botteghe antiquarie cittadine: tra le venticinque opere, pensate come un corpus unico, si innestano miniature di ritratti ottocenteschi, spille, animali portafortuna in porcellana, souvenir, piccoli oggetti del quotidiano… Memorie altrui, saturate della propria immaginazione, da fondere con quelle personali, per una malinconico viaggio à rebours.
Per la norvegese Anne-Karin Furunes il punto di partenza sono sempre delle fotografie di volti anonimi, indagate poi attraverso la pittura e ridotte a una texture indistinta di pixel: dissolte, spinte verso l’astrazione, smaterializzate. Nel ciclo dal titolo “Shadows”, realizzato per l’occasione, l’artista ha preso spunto dai ritratti di alcune figure femminili che hanno popolato i saloni di Palazzo Pesaro degli Orfei, più volte fotografate da Mariano Fortuny.
E dal tema della memoria si passa a quello della natura, con Ritsue Mishima, che con i suoi vetri trasparenti, coaguli di purezza, prova a catturare la luce dell’ambiente, mettendo in vibrazione le stesse forme plastiche modellate come presenze organiche, vive. Un rimando alla grande tradizione vetraria veneziana, che evoca al contempo l’eccellenza artigianale, il gusto decorativo e il processo creativo alla base della ricerca di Fortuny.
Infine, la rassegna “Le amazzoni della fotografia” presenta un’antologia di scatti originali di alcune tra le principali fotografe attive tra Ottocent0 e Novecento, grazie all’importante prestito di un collezionista veneziano: un viaggio negli universi visivi, sentimentali, concettuali, poetici, narrativi di artiste come Julia M. Cameron, Margaret Bourke White, Lisette Model, Diane Arbus, Vanessa Beecroft.
– Helga Marsala
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