Ecco come sarà il mio Museo Egizio di Torino. Parla Christian Greco, il nuovo direttore che dopo 17 anni in Olanda torna in Italia per rilanciarlo. Puntando su ricerca e internazionalizzazione
Giovane, concreto e propositivo. Con queste qualità il 39enne Christian Greco, neodirettore del Museo Egizio di Torino, si è presentato alla prima uscita pubblica per illustrare il progetto di allestimento che gli ha fatto conquistare l’ambito scranno (oltre cento le candidature), lasciato vacante dopo la fine del secondo mandato di Eleni Vassilika. Non si è […]
Giovane, concreto e propositivo. Con queste qualità il 39enne Christian Greco, neodirettore del Museo Egizio di Torino, si è presentato alla prima uscita pubblica per illustrare il progetto di allestimento che gli ha fatto conquistare l’ambito scranno (oltre cento le candidature), lasciato vacante dopo la fine del secondo mandato di Eleni Vassilika. Non si è ancora insediato ufficialmente (lo farà il 28 aprile, data in cui si stabilirà definitivamente a Torino), ma il progetto è già in fase di esecuzione e avrà molti legami con la sua storia personale di egittologo emigrato da Arzignano (Vicenza) in Olanda, dove nel 2009 è diventato responsabile della collezione egizia del Museo delle Antichità di Leyden. Questo rapporto non si interromperà col nuovo mandato perché, a breve, verrà instaurata una collaborazione tra i due musei: “porto una dote da Leyden”, ha detto Greco che co-dirigerà lo scavo della necropoli del Nuovo Regno a Saqqara, iniziato nel 1975 dall’Egypt Exploration Society ed il Museo di Leiden, e che ha portato alla luce importantissime tombe di alti funzionari fra cui quella del generale Horemheb, “in questo modo il Museo Egizio torna in Egitto”.
Un museo così implementato, oltre alla valorizzazione delle collezioni, metterà al primo posto la ricerca perché Greco vuole farne un centro di coordinamento di studi scientifici, in collaborazione con le istituzioni italiane ed estere (è già in contatto con l’Università di Torino e coi Musei Vaticani). Le ricerche e i risultati dovranno poi essere comunicati al pubblico attraverso un percorso di mostre temporanee (due all’anno) che contestualizzino l’oggetto archeologico e lo mettano in relazione con altri musei internazionali: “la seconda collezione egizia al mondo deve dialogare con la prima”. Sempre con un occhio rivolto al pubblico, Greco ha in programma di avviare cicli di conferenze divulgative, in cui i curatori ed il direttore raccontino con entusiasmo i magnifici tesori conservati nel nostro museo. Intanto, i lavori di rifunzionalizzazione, restauro, ampliamento e messa in sicurezza del Museo Egizio, attualmente in corso, continuano di buona lena. Prossima tappa il 16 aprile, quando riaprirà lo statuario, tuttora impacchettato per permettere al cantiere di proseguire, fino all’apertura ufficiale del 1 aprile 2015. In tempo per l’Expo di Milano.
– Claudia Giraud
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