“Pompei crolla, il ministro deve dimettersi!”. Chi lo dice? Lo diceva Dario Franceschini quando al Collegio Romano c’era Bondi: e adesso qualcuno glielo ricorda…
Giusto per chiarire subito le posizioni: Artribune – a non da oggi – trova del tutto fuori luogo, fino a sfiorare il ridicolo, che si richiedano le dimissioni di un ministro per un singolo evento pur disastroso avvenuto in una materia di sua competenza. Soprattutto – ed è il caso a cui ci riferiamo – […]
Giusto per chiarire subito le posizioni: Artribune – a non da oggi – trova del tutto fuori luogo, fino a sfiorare il ridicolo, che si richiedano le dimissioni di un ministro per un singolo evento pur disastroso avvenuto in una materia di sua competenza. Soprattutto – ed è il caso a cui ci riferiamo – se l’evento riguarda Pompei ed i crolli di porzioni di edifici, che da anni minacciano la straordinaria area archeologica: situazioni gravissime, ma frutto – oltre che di condizioni meteorologiche spesso imprevedibili – di incuria e trascuratezza accumulatesi in decenni se non secoli, che difficilmente un ministro può aggredire con efficacia in pochi mesi di mandato. Diverso è il giudizio sulle politiche complessive con le quali il ministro approccia la problematica, ma in quel caso la richiesta di dimissioni dovrebbe essere strutturata e contestualizzata in una prospettiva più ampia: non legata – come accaduto più volte in anni recenti – all’evento contingente.
E invece questo puntualmente accade: anche oggi, davanti agli ultimi cedimenti – ne parlavamo ieri, riguardano il Tempio di Venere e la tomba di Lucius Publicius Syneros – arriva puntuale qualcuno pronto a chiedere il passo indietro del neoministro Dario Franceschini, a pochi giorni peraltro dal suo insediamento. Una mozione strampalata, da liquidare con un sorriso: eppure molti non l’hanno presa così. Già, perché – lo riportiamo a titolo di inventario – sono stati in molti a ricordare che quando i danni a Pompei si verificarono durante il mandato di Sandro Bondi, fu il Partito Democratico a chiedere la testa, minacciando anche la mozione di sfiducia individuale. Ed il capogruppo del PD alla Camera, nonché il più determinato accusatore di Bondi – si veda il video allegato – era proprio… Dario Franceschini.
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