Quando la pittura chiama. Dieci artisti in ritiro a Villa Gorgo, nei pressi di Udine, per parlare di pittura, dipingendo. Painting Practices: spazio di pratica, riflessione, condivisione
Se una volta era il nostro fiore all’occhiello, a un certo punto l’abbiamo spedita in cantina. Così, per moda, per necessità, per stanchezza. La pittura, antica come è antico il gusto di snobbarla, dimenticarla, darla per moribonda, resiste con insospettato vigore. E continua, anche in Italia, a essere vocazione, esigenza, forse destino. Da anni sdoganata […]
Se una volta era il nostro fiore all’occhiello, a un certo punto l’abbiamo spedita in cantina. Così, per moda, per necessità, per stanchezza. La pittura, antica come è antico il gusto di snobbarla, dimenticarla, darla per moribonda, resiste con insospettato vigore. E continua, anche in Italia, a essere vocazione, esigenza, forse destino. Da anni sdoganata nuovamente sulla piazza internazionale, qui, per assurdo, fa ancora un po’ fatica. Non c’è lo spazio necessario nel cuore del sistema che conta, non ce n’è abbastanza tra le fiere, i premi, le gallerie di qualità. Eppure c’è il talento. Molto. Perché in Italia tutti dipingono, chi prima di cambiare strada in favore d’altri mezzi, chi dopo avere peregrinato tra gli affilati sentieri del concettuale. E chi lo fa a prescindere, fosse anche solo disegnando, come pratica quotidiana, metodica, analitica, religiosa. Insomma, la pittura c’è: anche e soprattutto tra le nuove generazioni. Sono i critici che lo dimenticano, sovente.
Non uno come Andrea Bruciati, che su una specificità pittorica tutta italiana, tra consapevolezza di una tradizione gloriosa ed assunzione delle migliori istanze di rottura, da anni lavora con artisti giovani e meno giovani, ancora capaci di sporcarsi le mani.
Tra i diversi progetti che Bruciati porta avanti, spesso ibridando – com’è naturale che sia – la ricerca pittorica con quella dei nuovi media e di altre forme radicate nel presente, c’è n’è uno appena sfornato, tutto concentrato, invece, sulla pittura-pittura. Nuda e cruda. Painting Practices è la prima residenza italiana sul tema, inaugurata il 16 marzo nella splendida corinice della settecentesca Villa Gorgo, a Nogaredo al Torre, in provincia di Udine. Idea semplice e genuina che punta all’osso, senza ricamarci troppo attorno: dieci giovani artisti si confrontano intorno alla teoria e la pratica della pittura, condividendo uno spazio, un tempo, un’esperienza. Quasi in una sorta di “ritiro”.
I dieci selezionati – Nicolò Bruno, Luca De Angelis, Lorenzo di Lucido, Sara Faccin, Anna Gramaccia, Lorenzo Morri, Barbara Prenka, Giulia Martina Serafini, Adriano Valeri, Simone Zaccagnini – stanno così condividendo un luogo di lavoro ma anche di riflessione, tra studio visit, laboratori e quattro matinée di discussione con collezionisti, galleristi, curatori e pittori, sempre aperte a pubblico. Il percorso si conclude dopo un mese, con una mostra allestita all’interno della Villa tra il 16 aprile e il 18 maggio. Mostra che a ruota si sposterà Udine, per un secondo progetto in collaborazione con i Civici Musei.
Painting Practices – realizzata con le associazioni culturali ‘Guado dell’Arciduca’ e ‘Pas de Tor’ e col sostegno di un gruppo di imprenditori locali – è allora un momento di scambio umano e insieme di isolamento e di concentrazione, che diventa occasione di inabissamento: fare pittura, parlare di pittura, riflettere sulla pittura. Tanto arcaica ed immediata (in apparenza), quanto clamorosamente complessa nella sostanza, nelle declinazioni, nel senso originario. Perché tutta la faccenda filosofica dello sguardo, dell’immagine e della visione non sta altro che lì. Su un pezzetto di tela, tramutato in spazio del gesto e del pensiero.
– Helga Marsala
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