I grandi galleristi italiani ai Martedì Critici. Pio Monti incontra il pubblico del Macro di Roma, sfogliando l’album di ricordi del secolo scorso
Quarant’anni esatti. Quasi mezzo secolo di storia dell’arte contemporanea, vissuti con fierezza e con successo. Pio Monti è una colonna dell’art system romano, tra le figure più originali e significative dell’intera scena nazionale: gallerista per caso – quando al caso, come spesso accade, è seguita la scoperta di una vocazione – il giovane Pio, marchigiano […]
Quarant’anni esatti. Quasi mezzo secolo di storia dell’arte contemporanea, vissuti con fierezza e con successo. Pio Monti è una colonna dell’art system romano, tra le figure più originali e significative dell’intera scena nazionale: gallerista per caso – quando al caso, come spesso accade, è seguita la scoperta di una vocazione – il giovane Pio, marchigiano di origini, passò dal mondo della cosmesi a quello dell’arte, venendo a contatto con alcuni tra i più grandi artisti del secondo Novecento, primo fra tutti Gino De Dominicis. Non più venditore di creme, ma scopritore di talenti, eccolo nel 1969 aprire la sua prima galleria a Macerata e poi, nel ’74, spostarsi nella Capitale. Da allora, negli anni, tante sedi cambiate – da via Principessa Clotilde, in zona Prati, a via dei Chiavari, in uno spazio disegnato da Carlo Berarducci, fino all’attuale sede di piazza Mattei – e tantissimi nomi di prestigio, compagni d’avventura: da Alighiero Boetti a Daniel Buren, da Sol LeWitt a Joseph Kosuth, da Maurizio Mochetti a Luigi Ontani, da Mario Merz a Michelangelo Pistoletto, da Walter De Maria a Enzo Cucchi, da Ettore Spalletti a Nunzio. Tra tutti, fu proprio De Dominicis uno dei riferimenti affettivi e culturali più forti, grazie a un dialogo intenso, autentico, di collaborazione stretta, costruito nel tempo e coltivato fino alla morte prematura dell’artista.
Ironico, estroso, sagace, brillante, appassionato e fuori dagli schemi, Pio Monti è uno di quei galleristi custodi di un approccio al mestiere ancora nobile, colto, intimamente creativo. Un gallerista avvezzo a seguire l’intero processo di realizzazione di un’opera, affiancando gli artisti sul piano economico, pratico, intellettuale: complice, prima che dealer.
Per conoscerne la lunga vicenda umana e professionale, addentrandosi tra immagini e ricordi del secolo scorso, il 15 aprile tornano i Martedì Critici al Macro di Roma. Dopo l’incontro con Emilio Mazzoli, un altro appuntamento dedicato ai maggiori galleristi italiani. Con Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti a introdurre, raccontare, intervistare.
– Helga Marsala
15 aprile 2014, ore 19-21
Museo MACRO – via Reggio Emilia 54 / Sala Cinema, Roma
Ingresso: libero
www.imartedicritici.com
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