Kjartansson, Yayoi Kusama, Kentridge. Il nuovo museo losangeleno va alle lunghe, e allora Broad aggiorna la sua collezione: con tanti “nuovi” artisti…
“Dopo tanti anni, noi ancora proviamo diletto nello scoprire nuovi artisti e sperimentare per la prima volta opere d’arte rivoluzionarie. È quello che ci ha guidato per così tanto tempo nel costruire una collezione che consideriamo pubblica, perché vogliamo condividere queste opere e gli artisti che le hanno create con il pubblico di tutto il […]
“Dopo tanti anni, noi ancora proviamo diletto nello scoprire nuovi artisti e sperimentare per la prima volta opere d’arte rivoluzionarie. È quello che ci ha guidato per così tanto tempo nel costruire una collezione che consideriamo pubblica, perché vogliamo condividere queste opere e gli artisti che le hanno create con il pubblico di tutto il mondo”. L’apertura del nuovo Broad Museum sulla Grand Avenue a Los Angeles è stata già da un po’ posticipata, e per veder funzionare la nuova megastruttura di 15mila metri quadrati progettata da Diller Scofidio + Renfro occorrerà aspettare almeno il 2015. Ma nell’attesa i pigmalioni Eli e Edythe L. Broad non stanno certo con le mani in mano: e anzi arricchiscono le proprie raccolte con una novantina di nuove acquisizioni.
Di che si tratta? Non proprio di “nuovi artisti”, come fanno immaginare le parole di Broad che citavamo sopra. A meno di non voler considerare “nuovo” un personaggio sulla breccia come pochi altri in questo momento come Ragnar Kjartansson, di cui il futuro museo si è assicurato The Visitors, l’installazione video/musicale a 360 gradi, su nove schermi, vista di recente anche al milanese Hangar Bicocca. Ancor meno “rivoluzionaria” – nel senso di innovazione – può oggi considerarsi l’opera di Yayoi Kusama, della quale i Broad si sono accaparrati Infinity Mirrored Room – The Souls of Millions of Light Years Away. Altri highlights della campagna acquisti? The Refusal of Time, di William Kentridge, installazione creata nel 2012 nientemeno che per Documenta Kassel, Beloved (Cairo), 2013, di Julie Mehretu, Giant Figure (Cyclops), 2011, di Thomas Houseago, e poi opere di El Anatsui, Takashi Murakami, Kara Walker, Ed Ruscha, Andreas Gursky, Cindy Sherman, Cy Twombly, Ellsworth Kelly, Jeff Koons. Se sono nuovi artisti questi…
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati