Pronto il direttore del Macro di Roma. Nella Capitale sta per scoppiare la bufera: si sblocca l’impasse, ma Marino punta su un direttore che farà discutere. Favorendo il main sponsor del Museo
[*attenzione, notizia pubblicata il 1 aprile 2014 e dunque ad alto contenuto ittico] Novità scottanti dal fronte romano. Mentre la famosa Consulta di professionisti del contemporaneo, nata per interfacciarsi con l’assessore Flavia Barca, prova (invano) a far sentire la sua voce per sbloccare l’impasse prolungato, e mentre sono in molti a storcere il naso per […]
[*attenzione, notizia pubblicata il 1 aprile 2014 e dunque ad alto contenuto ittico]
Novità scottanti dal fronte romano. Mentre la famosa Consulta di professionisti del contemporaneo, nata per interfacciarsi con l’assessore Flavia Barca, prova (invano) a far sentire la sua voce per sbloccare l’impasse prolungato, e mentre sono in molti a storcere il naso per l’elezione dei consiglieri del Palaexpo, tra cui figurerebbero alcuni nomi non proprio di acclarato prestigio per il settore, ecco che arriva oggi un’altra bomba. Destinata a far crescere i malumori verso una giunta che, sul contemporaneo, le sta sbagliando tutte.
La notizia sarebbe ufficializzata il prossimo giovedì 3 aprile: le fonti sono praticamente certe. La notizia positiva è che l’anno sabatico del Macro starebbe per finire. L’incredibile vuoto di gestione, con la poltrona del direttore vacante da mesi e i contratti dello staff scaduti (ma ora ripristinati), volge al termine. E compare un nome. Incredibile, inatteso, il più impensabile di tutti. Non c’è Bonami al primo posto della lista del sindaco Marino (che avrebbe rifiutato una poltrona troppo scottante), ma qualcuno che arriva dall’opposto fronte: Vittorio Sgarbi. Già. Il laico esponente chirurgo del Pd, con una lunga militanza a sinistra, dopo la dipartita di Pietromarchi recupera l’ex berlusconiano di ferro, pupillo dell’ex Ministro Bondi, esperto d’arte antica ed ex curatore del più criticato dei padiglioni italiani alla Biennale di Venezia. Perché?
Tutti, per mesi, avevamo immaginato che il Vecchio Sgarbone si sarebbe aggiudicato la guida del Pecci, grazie al buon rapporto col sindaco Cenni (di Forza Italia), e invece… Eccolo spuntare a Roma, ripescato da una giunta del partito democratico. I motivi? Pressioni esterne, di fortissimo peso: pare sia proprio Enel ad aver indicato a Marino il nome del critico ferrarese, nell’ottica di un impegno sempre maggiore con le attività del Macro, un impegno che però richiede visibilità, nomi nuovi, presenze televisive. Insomma, più soldi dal mega sponsor, ma il direttore lo indicano loro e se Bonami non vuole, si punta sull’esperto d’arte più famoso al grande pubblico. Tirarsi indietro, in tempi di crisi nera, con la paventata chiusura del museo all’orizzonte, sarebbe un suicidio. Meglio abbozzare e ingoiare la pillola amara.
Ora si spiega il silenzio di questi giorni sulla faccenda Pecci: nominato Cavallucci direttore, il famoso incarico di coordinatore dei musei partesi non è giunto, ma Sgarbi – stranamente – non ha battuto ciglio. Niente invettive, niente conferenze stampa, niente articoli di fuoco. E il motivo adesso è chiaro. In pentola bolliva qualcosa di ben più clamoroso. Appuntamento alla conferenza stampa di giovedì prossimo in Campidoglio.
– Helga Marsala
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