Cannes Updates: come ti racconto Sebastião Salgado. Wim Wenders alla regia di un film dedicato al grande fotografo brasiliano. Celebrando il paesaggio
Il sale della terra, questo il titolo del film con la doppia firma registica di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado. Presentato nella sezione “Un Certain Regard” uscirà in Italia il prossimo 28 agosto distribuito da Officine UBU. È stato prodotto da David Rosier per Decia Films in coproduzione con Andrea Gambetta per Solares Fondazione delle Arti e Lèlia Wanick per Amazonas Images. Dopo Buena Vista […]
Il sale della terra, questo il titolo del film con la doppia firma registica di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado. Presentato nella sezione “Un Certain Regard” uscirà in Italia il prossimo 28 agosto distribuito da Officine UBU. È stato prodotto da David Rosier per Decia Films in coproduzione con Andrea Gambetta per Solares Fondazione delle Arti e Lèlia Wanick per Amazonas Images.
Dopo Buena Vista Social Club e Pina, Wenders – che a Cannes aveva ricevuto la Palma d’oro nel 1984 per Paris, Texas e altri riconoscimenti per Nel corso del tempo, Il cielo sopra Berlino e Così lontano, così vicino! – sceglie di raccontare l’artista brasiliano Sebastião Salgado con l’aiuto del figlio, Juliano Ribeiro. Da quarant’anni Salgado attraversa i continenti sulle tracce di un’umanità in pieno cambiamento. Dopo aver testimoniato alcuni tra i fatti più sconvolgenti della nostra storia contemporanea – conflitti internazionali, carestie, migrazioni di massa – si lancia adesso alla scoperta di territori inesplorati e grandiosi, per incontrare la fauna e la flora selvagge in un grande progetto fotografico, omaggio alla bellezza del pianeta che abitiamo. “Da subito”, spiega Wenders, “ci è sembrato essenziale tenere in considerazione il fatto che i Salgado hanno un’altra vita accanto alla fotografia: il loro impegno a favore dell’ecologia. Sapevo che era necessario raccontare due storie parallele. Si può dire che l’opera di rimboschimento che hanno messo in atto in Brasile e i risultati quasi miracolosi che hanno ottenuto, siano una specie di “happy end” per Sebastião, dopo tutta la disperazione di cui è stato testimone e la depressione in cui è precipitato al ritorno dall’ultimo viaggio in Rwanda. Salgado non ha soltanto consacrato Genesis, la sua ultima monumentale opera, alla natura, ma è proprio la natura ad avergli permesso non perdere la sua fede nell’uomo“.
– Federica Polidoro
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