Cannes Updates: il volto italiano del Festival. Attori, ospiti, registi e icone: un résumé delle presenze nazionali, tra film in concorso e sezioni parallele
Ha scelto l’Italia, il Festival di Cannes, per comunicare al mondo l’essenza di questa 67esima edizione. L’immagine che campeggia sulla facciata del Palais des Festivals, e che ha invaso ogni angolo del web, cita infatti l’indimenticabile Otto e mezzo di Fellini: Marcello Mastroianni in versione bel tenebroso, ammiccante e sexy, che cattura il pubblico col […]
Ha scelto l’Italia, il Festival di Cannes, per comunicare al mondo l’essenza di questa 67esima edizione. L’immagine che campeggia sulla facciata del Palais des Festivals, e che ha invaso ogni angolo del web, cita infatti l’indimenticabile Otto e mezzo di Fellini: Marcello Mastroianni in versione bel tenebroso, ammiccante e sexy, che cattura il pubblico col suo sguardo felino, sporgendo dagli occhiali scuri. A omaggiare l’immenso attore italiano, c’era Chiara Mastroianni, nata dall’amore con Catherine Deneuve. Bellissima sul red carpet, delicata, severa, mood dark e stile minimale, commossa a raccogliere gli applausi anche per il papà.
E c’è ancora un pezzetto d’Italia che conta, nello straripante palinsesto: grande dame dell’Olimpo di celluloide, altro simbolo dell’Italia prospera e appassionata che fu, è il premio Oscar Sofia Loren, che arriva come ospite d’onore di Cannes Classics 2014, con i suoi 79 anni meravigliosamente portati (quasi ai livelli della coetanea Jane Fonda, altra stella sul red carpet della prima giornata, la cui forma fisica ha decisamente del sovrannaturale). Sofia, invitata a tenere una masterclass prima della proiezione dell’appena restaurato “Matrimonio all’italiana”, capolavoro di Vittorio De Sica, è a Cannes anche in veste di mamma-attrice. È lei infatti la protagonista de La voce umana, mediometraggio diretto dal figlio, Edoardo Ponti. Il testo è quello di Cocteau, tradotto da Erri De Luca, e la Loren, affiancata da Enrico Lo Verso, ha recitato in dialetto napoletano.
L’unico film italiano in concorso, Le meraviglie, lo firma Alice Rohrwacher e lo interpreta, tra gli altri, una sempre sontuosa Monica Bellucci, apparizione onirica di bianco vestita, nei panni della presentatrice Milly Catena (madrina di un concorso tv a premi), fatina di un catodico Paese delle meraviglie: un po’ Lady Gaga, un po’ dea etrusca, un po’ Raffaella Carrà. Tutto ruota intorno a Gelsomina, dodicenne, e alle tre sorelle minori: una storia di provincia, in cui si mescolano avventure adolescenziali, dinamiche familiari e atmosfere da sogno.
Nella sezione Un Certain Regard troviamo l’eterna inquieta Asia Argento, certa di non voler più recitare – né fidanzarsi –, qui alla sua terza prova dietro la macchina da presa. Incompresa narra la storia di Aria, 9 anni (Giulia Salerno), stritolata tra crisi ed innocenza, costretta ad affrontare i tumulti di una separazione genitoriale e i conflitti di una famiglia allargata. Nel cast ci sono la stratosferica Charlotte Gainsbourg, accanto al Rodolfo Vantino dè noantri Gabriel Garko, oltre a Max Gazzè, ultima fiamma (fulminea) di Asia, e a Gianmarco Tognazzi.
Infine, un tuffo tra le atmosfere calde della Sicilia, con una trama a sfondo sociale, ispirata a una storia vera. Ed è ancora, anche qui, una viaggio fra le sfide, i traumi e i tormenti dell’adolescenza. Più buio di mezzanotte, dell’esordiente Sebastiano Riso, in gara per la Semaine de la Critique, racconta la vicenda del 14enne Davide, scopertosi donna nella Catania degli anni ’80, dove inizia a frequentare la locale comunità lgbt. Sullo sfondo un padre violento (Vincenzo Amato) e una madre ipovedente, piena d’affetto (Michela Ramazzotti). E a Cannes c’è proprio lui, Davide Cordova aka Fuxia, storica drag queen, co-fondatrice del locale romano Muccassassina: “Spero che tanti genitori possano capire che a prescindere dalla diversità i figli vanno amati e coccolati. La loro vita va protetta perché è unica”. Speranza condivisa dai più, in un Paese che mostra oscuri segnali d’intolleranza, e che pure ancora custodisce un senso d’umanità profondo. Lo stesso scovato fra le maglie di un certo cinema emergente, orientato alla ricerca ma senza artifici intellettualistici di troppo. Cinema di storie e di sentimenti, di luoghi e di biografie, di impegno e di memoria. Tra finzione e documentario.
– Helga Marsala
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