Sky Arte Updates: la verità su Femen a Documenta Madrid, festival internazionale del documentario. Con un omaggio a Fellini, Bertolucci e Polanski
Un’edizione amarcord l’undicesima di Documenta Madrid, rassegna dedicata al panorama della documentaristica tra le più importanti al mondo. In scena nella capitale spagnola, fino al prossimo 11 maggio, decine di proiezioni, tra cui spiccano gli omaggi dedicati a tre grandi firme del cinema internazionale. Due delle quali italiane. Ad accompagnare infatti Roman Polanski: A Film […]
Un’edizione amarcord l’undicesima di Documenta Madrid, rassegna dedicata al panorama della documentaristica tra le più importanti al mondo. In scena nella capitale spagnola, fino al prossimo 11 maggio, decine di proiezioni, tra cui spiccano gli omaggi dedicati a tre grandi firme del cinema internazionale. Due delle quali italiane. Ad accompagnare infatti Roman Polanski: A Film Memoir è infatti il Bertolucci On Bertolucci firmato da Walter Fasano e Luca Guadagnino; ma soprattutto Che strano chiamarsi Federico, che vede l’intramontabile Ettore Scola evocare il proprio incontro con Fellini, sullo sfondo della Roma Anni Trenta.
Quanto alle pellicole in concorso sono diverse quelle da segnare sul taccuino. Kitty Green ci porta in una delle zone al momento più calde del pianeta: il suo Ukraine is not a brothel offre uno sguardo inedito e mai così ravvicinato sulla filosofia di Femen, focalizzando attraverso le azioni del gruppo femminista le contraddizioni che agitano la società ucraina. Alta tensione anche per The Green Prince, già vincitore del premio del pubblico al Sundance Festival: pazzesca la vicenda che vede Nadav Schirman raccontarci il tradimento da parte del figlio di un leader di Hamas, che sceglie di passare dalla parte del Mossad e servire Israele come infiltrato nella rete terroristica palestinese. Reduce da applausi colti in un altro festival di prestigio – addirittura la Berlinale – è anche l’Iranien di Mehran Tamadon, durissima requisitoria contro i pregiudizi culturali che frenano la libertà intellettuale nel paese degli ayatollah.
Fuori concorso due tra i titoli più interessanti dell’ultima stagione: la cronaca dei tre anni che hanno preceduto l’esplosione della Primavera Araba è al centro delle cronache di The Square, con cui Jehane Noujaim ha ottenuto la nomination all’ultima notte degli Oscar; Frank Levasseur evoca invece la più incredibile vicenda di doping mai vissuta dal mondo dello sport con il suo inquietante The Armstrong Lie.
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